Personaggi Celebri


La loro bibliografia

Gregorutti Carlo

Rigatti Giorgio

Bressan Vico
Blaserna Pietro
Zanetti Adamo
Bressan Rino
Pellis Ugo
Pocarini Sofronio


















Pietro Blaserna (1836-1918)

Pietro Blaserna nacque a Fiumicello in Aquileja nel 1836, da Matteo, regio ingegnere idraulico originario di Monfalcone, impegnato in quell'anno a dirigere i lavori di arginatura dell'Isonzo, e da Caterina Dietrich, di origine tedesca. Dopo il ginnasio a Gorizia, venne mandato a Vienna a frequentare i corsi universitari di matematica e di fisica. Assistente di Andreas von Ettingshausen (dal 1856 al 1859), allora direttore dell'Istituto di Fisica, Blaserna completò la sua formazione di fisica sperimentale alla Sorbonne di Parigi, nel laboratorio di Regnault. Tornato in Italia, nel 1862 ottenne un incarico presso l'Istituto Superiore di Firenze e un anno dopo fu chiamato a ricoprire la cattedra di Fisica nell'Università di Palermo. Nel 1872 venne trasferito a Roma sulla cattedra di Fisica Sperimentale che era già stata di Paolo Volpicelli, mentre quest'ultimo passerà sulla cattedra di Fisica Matematica, con annesso il Gabinetto di Fisica. L'anno dopo Blaserna venne nominato direttore dell'Istituto Fisico, carica che manterrà fino al 1918. In pochi anni Blaserna modificò alle radici gli insegnamenti di matematica e fisica, riuniti nella Facoltà Fisico-Matematica (denominata dal 1874 Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali). Sui modelli tedesco e francese riformò la didattica universitaria a tutti i livelli, con l'istituzione della Scuola Pratica di Fisica destinata agli studenti del primo biennio e con sede prima nel fabbricato della Sapienza, poi, dal novembre 1881 nell'Istituto di via Panisperna. La scuola pratica fu una autentica novità in Italia e consentì per la prima volta agli studenti di condurre personalmente gli esperimenti. Nel seguito verrà istituita una scuola anche per i laureandi, coordinata da Alfonso Sella. Blaserna fondò inoltre, nel 1891, il Circolo Fisico di Roma al fine di diffondere la cultura fisica e le scoperte che, soprattutto tra gli anni Ottanta e Novanta, si andavano pubblicando nelle riviste straniere più prestigiose. A tal fine furono promossi cicli di conferenze, sia riservate ai soci del Circolo sia pubbliche. Rimasero celebri, al riguardo, le conferenze sul radio , svolte negli anni 1897/98 e 1898/99 alla presenza della Regina Margherita. Potenziò infine gli insegnamenti con l'ottenimento di una nuova cattedra di Fisica complementare che verrà assegnata prima a Sella e poi a Corbino. Il contributo maggiore dato da Blaserna alla creazione della scuola di fisica di Roma fu comunque la progettazione dell'Istituto Fisico di Via Panisperna. Quando si decise di trovare una sede più idonea per la Facoltà di Scienze, allora sistemata alla Sapienza, Blaserna, insieme ai chimici Cannizzaro e Paternò, individuarono sul Colle del Viminale la nuova destinazione. La costruzione ebbe inizio nel 1877 con uno stanziamento di L. 100.000 e terminò nel 1880. Grazie alle economie fatte da Blaserna nella costruzione del fabbricato , con i fondi residui si acquistarono gli arredi per la biblioteca e la proprietà perpetua di un'oncia e mezza di Acqua Marcia , come puntualizza Lodovico Zanchi , contabile e factotum dell'Istituto, dove fu attivo dal 1904 al 1976, nei suoi "Ricordi di Via Panisperna" del 1979. Dalla testimonianza di Michele Cantone, notevoli erano "i pregi del fabbricato centrale di Via Panisperna, sia per le condizioni di solidità che si richiedono in un laboratorio di fisica, sia per l'opportuna distribuzione dei locali, sia pure per il modo sapiente come fu arredato; ed è noto a tutti che gli istituti congeneri sorti recentemente in Italia vennero in massima parte foggiati su quel tipo". Assorbito da compiti organizzativi e amministrativi che la direzione dell'Istituto richiedeva, Blaserna dovette sacrificare il tempo per la ricerca e in questo la sua carriera seguì la sorte dei colleghi omologhi tedeschi. Dalla seconda metà dell'Ottocento, infatti, in Germania si iniziarono a costruire edifici destinati esclusivamente alla fisica, dotati sia di strutture per la ricerca sia per la didattica e a quei modelli Blaserna si ispirò. A dirigere gli istituti venivano chiamati i fisici più brillanti che venivano però distolti dalla ricerca. La solida formazione di fisico sperimentale di Blaserna, maturata nel confronto con laboratori europei all'avanguardia, permeò in modo fruttuoso la conduzione dell'Istituto, nell'insegnamento, nella politica delle cattedre, nell'acquisto delle apparecchiature, e segnò in Italia un punto di svolta per le ricerche in fisica. Gli interessi scientifici di Blaserna spaziavano dalla geofisica all'elettrotecnica, dall'acustica alla "fisica musicale". Si occupò in particolare delle proprietà dei gas reali, di correnti indotte, della polarizzazione della luce emessa dalla corona solare in eclisse totale. Appassionato di musica (suonava il violino con maestria), in acustica ha condotto studi sulla scala naturale e ha realizzato l'armonium con 48 note per ogni ottava, presente nel Museo di Fisica. Nel 1885, insieme ad Arrigo Boito, ha rappresentato l'Italia alla Conferenza Internazionale per l'adozione del Corista Uniforme a Vienna, riuscendo ad ottenere presso l'Istituto di Fisica la creazione dell'Ufficio del Corista Internazionale , di cui fu direttore. Autore del libro "Teoria del suono nei suoi rapporti con la musica". Su incarico del Ministero partecipò alla spedizione per studiare l'eruzione dell'Etna del 1879; dallo stesso anno, fu presidente del Consiglio Direttivo di Meteorologia. Dopo il terremoto di Casamicciola, nel 1883, fu presidente della Commissione Governativa; è stato uno dei fondatori del Servizio Geodinamico in Italia per la rilevazione degli eventi sismici. Dal 1887 al 1907 fu Presidente del Consiglio di Meteorologia e Geodinamica. Socio della Reale Accademia dei Lincei dal 1873, ne divenne segretario nel 1879 e Presidente nel 1904. Socio fondatore della Società degli Spettroscopisti Italiani; segretario generale del Comitato Internazionale dei pesi e misure dal 1904; dottore honoris causa delle Università di Tuebingen, Koenigsberg, Erlangen, Andrews. Fu nominato senatore del Regno nel 1890, vicepresidente del Senato nel 1904, vicepresidente dell'Ordine Civile di Savoia. Le testimonianze descrivono Blaserna come un uomo amabile, integro, generoso, dallo squisito temperamento artistico (Cantone), capace di "creare intorno a sé un'atmosfera di affettuoso rispetto", dal carattere "aperto, gioviale, squisitamente signorile, riguardoso dei meriti, generoso e benevolo nel giudicare i difetti" (Corbino). Oltre alla musica coltivò la passione per la montagna (fu tra i 50 soci fondatori della Sezione Romana del Club Alpino Italiano, istituita nel 1873). (M. Grazia Ianniello)

ritorna all'elenco





















Zanetti Adamo

Adamo Zanetti naque a Mariano del Friuli il 14 ottobre 1959. Studiò a Gorizia ed entrò in seminario.Viene ordinato nel 1884 e nel '93 diviene parroco decano a Fiumicello. Prodigo di innumerevoli iniziative sociali ha dei problemi finanziari che lo portano ad espatriare in "America". Al suo ritorno nel '22 pagato quanto dovuto prende possesso della sede decanale di Fiumicello dove rimane fino al 1935. In dieci anni realizzò: la cassa rurale, la società per l'assicurazione del bestiame bovino, la società operaia per il mutuo soccorso, la latteria sociale cooperativa friulana, la famiglia cooperativa per generi alimentari. Nel 1897 divenne parlamentare a Vienna. Morì a Mariano del Friuli il 9 dicembre 1946.

ritorna all'elenco





















Bressan Rino

autoritrattoBressan Vittorino (Rino) nato a Fiumicello il 25 settembre del 1918 in Borgo Sant'Antonio. Poeta, pittore ed anche per certi versi musicista, Bressan è sopratutto conosciuto per le poesie: La Sera, Flumisel, Dicembar 1942. Dal 1971 si svolge annualmente il "Premio per un componimento in lingua friulana" intitolato a Rino Bressan. Fu tra i protagonisti della rinascita letteraria friulana degli anni quaranta. Morì a Ronchi dei Legionari il 22 maggio 1945 a soli 27 anni.

ritorna all'elenco























Pocarini Sofronio

Pocarini Sofronio (Fiumicello 1898 - Grado 1934) fu poeta, pittore, giornalista (dirigendo: El refolo Gorizian, La Voce di Gorizia, L'Aurora, Squille isontine, L'Eco dell'Isonzo). Fu il fondatore del movimento futurista giuliano. Sue opere sono accolte a PALAZZO ATTEMS - MUSEI PROVINCIALI Pinacoteca. Cambiò il cognome da Pocar a Pocarini e fu oppositore della Provincia del Friuli (cioe' la fusione delle province di Gorizia ed Udine da 1923 al 1927) volendo mantenere per Gorizia ed il Friuli orientale i termini isontino e giuliano come identificativi di un particolare contesto. Il 28 febbraio 1998 si tenne a Gorizia all' auditorium della cultura friulana una serata futurista "in onore di Sofronio Pocarini (1898-1934) fondatore del Movimento futurista giuliano" nel centenario della nascita con relatore Umberto Carpi ed intermezzi musicali futuristi (pianista Corrado Gulin) e lettura di brani poetici (attore Andrea Zuccolo). Scrisse anche dei libri:
-Pocarini Sofronio, Carnevale, Roma, L'Aurora Editrice, 1923, con interventi tipografici d'avanguardia di Pocarini, alcuni disegni, 2 riproduzioni b.n. di dipinti di F. Depero e L. Russolo. Poesie.
-Pocarini Sofronio, Compagnia del Teatro Semifuturista diretta da Sofronio Pocarini, Gorizia, Tipografia Sociale, 1923, sintesi teatrali di Boccioni, Pippo Juch, Marinetti, Pocarini.


ritorna all'elenco





















Pellis Ugo

Pellis Ugo nato a Fiumicello nel 1882 fu docente, glottologo e poeta. Studiò in Austria e fu collaboratore e direttore di varie pubblicazioni (forum iulii, le nuove pagine). Presidente della filologica dal '20 al '23.

ritorna all'elenco





















Gregorutti Carlo

Carlo GREGORUTTI (Rovigno d'Istria 22/8/1821 - Fiumicello 20/10/1898) Laureato in giurisprudenza a Padova fu avvocato in Trieste. Patriota e consigliere comunale, si dedicò agli studi storici delle antichità e dell'epigrafia. Pubblicò i suoi saggi sull'"Osservatore Triestino" e sugli "Atti e Memorie della Società di Archeologia e Storia Patria" ed editò nel 1877 a Trieste il volume Le antiche lapidi di Aquileja. Di lui si ha notizia che frequentasse con assiduità il parroco di Villa Vicentina Felice Benati, che gli ricambia le visite. Abitò a Papariano.

ritorna all'elenco





















Rigatti Giorgio

In ricordo di Giorgio Rigatti
Giorgio Rigatti aveva scelto con qualche ritardo la strada degli studi scientifici e per questo, suo coetaneo, me lo ero trovato allievo nei primissimi anni del mio insegnamento quale incaricato di Chimica fisica. Mi piacque sopratutto la sua riservatezza anche nel modo in cui formulava domande ed esponeva dubbi per nulla banali. E così divenne il mio primo laureando, poi assistente ed infine collega.
Era nato a Trieste il 9 Marzo 1930 e dopo la laurea in Chimica era stato subito incaricato di insegnamento presso la nostra Facoltà di Scienze a partire dal 1 Novembre 1957. Da allora si era dedicato con grande slancio alla didattica e con entusiasmo e generosità alla ricerca scientifica. L'avventura che mi ha portato, nel 1960, ad ottenere qui a Padova la prima cattedra di Chimica teorica istituita in Italia, lo aveva visto mio collaboratore intelligente, efficientissimo ed instancabile. Ci occupavamo di quella che oggi si chiama Chimica computazionale e che era allora agli inizi. Era la specializzazione che mi aveva portato alla cattedra e alla quale non ho potuto più dedicare tanto tempo dopo la partenza da Padova di Giovanni Semerano che aveva reso necessario un mio forte impegno nelle attività sperimentali e nell'organizzazione dell'Istituto. Rigatti assunse per sé con entusiasmo il compito di continuare le ricerche che avevo iniziate e, per il nostro Istituto, fu il protagonista del passaggio, che in quell'epoca stava avvenendo, dal calcolo meccanico al calcolo elettronico. I tre contributi di rilievo per i quali egli fu parte essenziale furono i calcoli sul Barrilene, sul Tiotioftene e sulla Fluoro-formaldeide. Per gli ultimi due composti, i calcoli diedero lo stimolo ad interessanti lavori sperimentali, che furono condotti negli Stati Uniti ed in Inghilterra.
Giorgio Rigatti non era ambizioso e certamente deve essere rimasto sorpreso del suo successo in uno dei concorsi del 1976, che si svolse con una commissione della quale non faceva parte nessuno di Padova. Fu così chiamato dalla nostra Facoltà di Scienze ad una delle nuove cattedre di Chimica fisica che erano state istituite.
Fu da allora un collega prezioso per la sua capacità di comprendere le situazioni e di capire le persone, ma soprattutto per la sua generosità di dare senza nulla chiedere. Amava la ricerca scientifica come bene in sé, non come fonte di fama o di potere. Due dei suoi allievi di laurea sono divenuti membri importanti della nostra Facoltà, altri hanno portato i semi del suo insegnamento nei laboratori di ricerca e nella professione.
Proprio perché non era uomo adatto alle asperità delle competizioni del mondo accademico ha lasciato la cattedra in anticipo, nel 1991.
I suoi ultimi anni li ha dedicati, in compagnia di sua moglie, alla numerosa famiglia ed alla comunità di Fiumicello nel Friuli dove era apprezzato per la sua saggia visione del mondo e per la sua instancabile presenza nelle attività sociali.
Giovanni Giacometti      Vedi pagina di Unipadova

ritorna all'elenco





















Bressan Vico

BRESSAN, Lodovico (Vico), prosatore popolaresco (n. Fiumicello 1914 - m. 16.8.1993). Ha vissuto la giovinezza sul mare: a quindici anni era già mozzo sui transatlantici. Passò poi ai cantieri di Monfalcone. Fu un assiduo collaboratore delle riviste della Società filologica friulana e dello Strolic per cui scrisse per diversi anni la rubrica scais. Nel 1982 pubblicò a Udine una serie di racconti dei suoi viaggi per mare, raccolti nel volume 'Cil e aghe'. Premio Epifania 1993.

ritorna all'elenco