Lunedì 14 ottobre, il Messaggero: Pro Fiumicello, ci ha pensato Macor
Martedì 15 ottobre, il Piccolo: I bisiachi: così friulani, così sloveni
Giovedì 17 ottobre, il Messaggero: Fantasia e unione sono la benzina che fa correre la Pro Fiumicello
Giovedì 17 ottobre, il Messaggero: Nuova area naturalistica nel parco dell'Isonzo
Venerdì 18 ottobre, il Gazzettino: È tornata la governante dei Kennedy col suo libro di ricette
Sabato 19 ottobre, il Messaggero: Jacqueline Kennedy raccontata da Sgubin
Sabato 19 ottobre, il Messaggero: Progetti turistici, 16 Comuni alleati
Sabato 19 ottobre, il Gazzettino: 'Jacqueline Kennedy ghiotta di minestrone alla friulana'
Domenica 20 ottobre, il Messaggero: Ai fornelli per Jackie Kennedy
Venerdì 25 ottobre, il Messaggero: Fiumicello, domenica quarto appuntamento dell'Ottobre musicale
Sabato 26 ottobre, il Messaggero: Fiumicello: omaggio a Mazzucato
Sabato 26 ottobre, il Messaggero: Endesa non molla: vuole il carbone
Domenica 27 ottobre, il Messaggero: L'Aquileia va a bersaglio
Domenica 27 ottobre, il Gazzettino: Due defibrillatori a disposizione della Sogit
Domenica 27 ottobre, il Gazzettino: 'Vox Julia' esegue la 'Missa aquileiensis'



GIRONE C Una gara non facile sulla carta, ma i padroni di casa non hanno sbagliato una mossa Pro Fiumicello, ci ha pensato Macor
FIUMICELLO - Una gara che sulla carta non poteva essere considerata certamente facile, ha premiato meritatamente una buona Pro Fiumicello messa in campo veramente bene dall'allenatore Ghermi. Il meritato vantaggio è arrivato al 13' del secondo tempo ad opera di Macor su cros da calcio d'angolo di Stabile. Da sottolineare sempre un buon movimento degli attaccanti che hanno reso la vita difficile alla pur attenta difesa del Turriaco. Doveroso sottolineare comunque che la squadra ospite ha disputato una buona partita sia in difesa che al centrocampo, ma ha svolto poco lavoro nell costruzione del gioco lasciando spesso solo e senza adeguati rifornimenti il numero 10 Sandrucci, uno dei loro uomini più mobili in attacco. L'arbitro Pravisani ha svolto con competenza il suo incarico anche se a volte è stato un po' troppo permissivo. Tra le altre azioni degne di nota ricordiamo la conclusione di Macor al 14', un bel cros di Luiso al 35' ed un'elegante colpo di tacco, parato, di Macor. Per il Turriaco due sole conclusioni, una al 21' ed una al 41' da parte del suo numero 10. Nel secondo tempo per la Pro una bella punizione di Luiso al 15', un tiro leggermente a lato di Scridel al 27', per il Turriaco solo un'azione pericolosa al 46' di Lancisi con Soratto che si rifugia in fallo laterale.


La storia di un territorio con i suoi toponimi e i dialetti ripercorsi in un convegno
I bisiachi: così friulani, così sloveni
Raccolti più di 1400 nomi di luoghi antichi e moderni

Forse non tutti sanno che un tempo in Bisiacaria si parlava lo sloveno e il friulano. Lo ricordano il vicensidaco di Medea Alberto Bergamin e il consigliere di minoranza Luigi Geromet, dopo il recente convegno di Toponomastica tenutosi a Udine. "Di ca e di là da l'aghe": un detto molto diffuso fino a qualche anno fa - si legge nel documento - che metteva bene in evidenza le difficoltà e le diffidenze d'incontro tra due mondi, "i furlani" della Destra Isonzo ed i "bisiachi" della Sinistra Isonzo; così diversi ma costretti a convivere sulle opposte sponde dell'Isonzo. Una differenza-diffidenza accentuata dalla diversità del linguaggio che però, al ricercatore attento, riserva molte sorprese. L'occasione è giunta dalla prima sessione del secondo convegno di toponomastica del Friuli, presieduta dal professor Cornelio Cesare Desinan. Questi, in una recente intervista sostiene che: "La nostra toponomastica è forse una delle più ricche d'Europa, un autentico laboratorio, perché qui sono passati tanti popoli e le loro tracce sono rimaste proprio nei nomi dei luoghi". Il convegno ha inoltre rappresentato un incontro di studio e progettazione tra esperti di toponomastica, in cui c'è stata pure la relazione di Maurizio Puntin, studioso di Fiumicello, impegnato da anni nelle ricerca della toponomastica della cosiddetta "bisiacaria", è sicuramente di grande interesse per tutto il Goriziano. Puntin ha raccolto più di 1400 nomi di luoghi antichi e moderni del Monfalconese, e per le sue meticolose ricerche, perlopiù d'archivio, si è fatto una buona conoscenza del territorio. Al congresso di Udine ha presentato soltanto un estratto sull'origine friulana di certi toponimi di quella zona e ha del tutto convinto gli studiosi presenti sull'antica ladinità del territorio di Monfalcone. Dai dati presentati da Puntin si desume che si trattava di una ladinità con due distinte particolarità. Una era quella di essere un dialetto mescolato con qualcosa in comune col friulano centrale e qualcosa, invece, di uguale all'antico friulano triestino e muggesano. La seconda particolarità era quella di essere un linguaggio di minoranza, parlato in parte a Monfalcone, Ronchi, Fogliano, San Pier d'Isonzo e Pieris, dove la maggioranza della gente del "Territorio" era perlopiù slovena, almeno fino alla prima metà del XVI secolo. Ha fatto molto scalpore sentire che nel "Territorio", là dove ora si parla il bisiacco (dialetto veneto anche se fornito di tante parole friulane), si trovavano toponimi uguali a: cjarande = siepe a San Martino del Carso; cjaròdis = pietra, terra sassosa, pietrosa, da radice pre-romana kar (pietra) - a Pieris e Begliano; bàjars, bajarzo = cortile rispettivamente a Ronchi dei Legionari e San Pier d'Isonzo; cròdie = cotenna, con significato di terra dura, a Fogliano Redipuglia; infravijs = fra le strade, a Fogliano; grave pelose = ghiaie cespugliate, a San Pier d'Isonzo; fugnes = da antica voce, indicante buche, a Fogliano e San Martino; sotgiars = antico borgo sotto il Carso, a Monfalcone; ariis = portici rustici, a Monfalcone; sot ariis = a sud di Aris di Monfalcone, a Monfalcone; pustota = terra abbandonata, incolta, a Soleschiano di Ronchi; rivis = rive, a San Canzian d'Isonzo; fradaglia = corrispondente friulano antico per confraternita, a Cassegliano e Ronchi; recoaltz = forse dal friulano: revocs alts, a Pieris; roncija = zona disboscata con morfologia friulana, a Pieris; sablon = sabbia, a Pieris; lovaris = tane di lupo, ma in senso esteso: incolto, boschi a Ronchi. Questi nomi si presentano in documenti colmi di toponimi sloveni, almeno fino alla prima parte del XVII secolo. Si pensi che ancora nella metà del 1400 la "Vicìnia" di San Canzian d'Isonzo era composta al 90% di sloveni, come si vede nel Codice Contarini presso l'archivio storico del Comune di Monfalcone. Nella seconda metà del 1600 la situazione cambia, secondo Puntin, a causa di forti immigrazioni di gente proveniente dal Veneto e proveniente dal Veneto e soprattutto dall'Istria. Sul finire del 1600 comincia a formarsi il dialetto bisiaco, che eredita qualcosa dal precedente dialetto ladino. Quando si dice in bisiaco: nòu (nuovo), òu (uovo), vìu (vivo), Tràu (trave), ecc. si dicono le stese parole che si adoperavano negli antichi dialetti friulani di Trieste e Muggia. Dopo la fine del XVII secolo lo sloveno quasi scompare dal Monfalconese e il friulano si parla per lo più solo nelle due località ("ridòts") di Isola Morosini, frazione di San Canzian d'Isonzo, e di Poggio III Armata, frazione di Sagrado. Della ricerca toponomastica del Puntin desta anche stupore venire a sapere che, nella metà del 1700, la toponomastica di San Martino del Carso era ancora per metà friulana (anno 1752 - chiampàt, jàta, bus da spinis, vedrear, sot da fontanis, ecc.), segno che il paese era abitato sia dagli abitanti originari friulani che dai veneti immigrati (Vsintìns = cognome: Visintin). Riteniamo che lo studio e la ricerca che da anni impegnano Puntin - scrivono ancora Bergamin e Geromet - apportino una maggiore varietà e interesse al territorio di Monfalcone, che, finora, a causa di certe interpretazioni storiche scarsamente documentate, era considerato, con pregiudizio, come una "nomenclatura statica", da sempre ritenuta soltanto veneta, fingendo che gli sloveni e i friulani non avessero mai avuto a che fare avessero mai avuto a che fare con quelle terre.


Inaugurazione Nuova area naturalistica nel parco dell'Isonzo
Inaugurata un'altra area naturalistica fra il Monfalconese e la Bassa Friulana. Una superficie complessiva di 80 mila metri quadrati, ad alta valenza ambientale, ora attrezzata con una rete di percorsi naturalistici che si snodano in una zona dove si stanno portando avanti delicati bio-interventi sulla vegetazione: l'area, nel territorio del Comune di Fiumicello e che rientra nella più grande riserva naturale dell'Isonzo, è stata inaugurata alla presenza dell'assessore regionale ai parchi, Venier Romano. Dal punto di vista naturalistico, la zona presenta i tipici ambienti tra la golena e il letto del fiume, con alcuni lembi di prato arido, prati magri da sfalcio e boschi con salici e pioppi. Una particolarità è data dalla fioritura, nel prato arido - che ha connotati quasi carsici - di diverse specie di orchidee selvatiche. Durante il periodo di magra, sui vasti greti ghiaiosi, si possono notare meglio quelle che gli esperti chiamano "colonie" di salici arbustivi. Con questo lavoro - ha detto Venier - si realizza la prima parte degli interventi previsti dal piano complessivo che, approvato nel '99, riguarda l'intera area di riserva compresa nel Comune di Fiumicello. Il progetto - ha detto - che proseguirà con la costruzione di un centro visite, ha affrontato tre temi fondamentali: la questione naturalistico-vegetazionale, l'accessibilità e la fruibilità in sicurezza dell'area, la dotazione di strutture eco-compatibili per l'osservazione e la sosta. Si sono così recuperate le manomissioni dello stato naturale del luogo, dovute a passate attività estrattive che hanno interessato la zona. Importante - ha continuato l'assessore - in un'Europa che cambia e che pone la nostra regione in una posizione centrale, riuscire a fare sistema adeguando norme e strumenti. Su questo scenario va riletta anche la legge 42 del 1996 in materia di parchi e ambiente con un altro testo che in equilibrio con gli obiettivi dell'Ue sia più aggiornato e punti l'attenzione a un rapporto diverso tra agricoltura, produzione e ambiente. Circa l'area di Fiumicello, l'obiettivo - ha concluso Venier - è quello di coniugare difesa e conservazione dell'ambiente con le esigenze di un turismo verde sempre più presente, senza dimenticare gli scopi ricreativi e didattici mirati soprattutto al mondo della scuola e dei giovani più in generale.


Ghermi spiega i segreti della sua squadra "Fantasia e unione sono la benzina che fa correre la Pro Fiumicello"
"Il calcio? Si gioca con la palla e con i piedi buoni, non solo con i muscoli. Se in campo vogliamo avere solo undici atleti, allora possiamo anche mandarli a fare altri sport". E' la filosofia, in pillole, di Gianni Ghermi, allenatore cinquantunenne della Pro Fiumicello, attuale rivelazione del girone C di Prima categoria. Domenica scorsa, la Pro ha battuto per 1-0 il Turriaco nell'attesissimo derby che metteva a confronto due paesi (l'ultimo dalla sponda friulana con il primo di quella bisiaca), separati solo da quattro chilometri di strada, ma distanti ben vent'anni dall'ultima partita di calcio più attesa nella zona. Un derby che ha permesso al Fiumicello (neopromosso dalla Seconda categoria) di insidiarsi al primo posto in classifica. L'allenatore Gianni Ghermi, un passato anche nelle giovanili della Juventus, ce ne racconta i segreti. "Macchè segreti! qui siamo tutti dilettanti e se non andiamo in campo per divertirci sono dolori". L'ex allenatore della pro Romans, del Doberdò, del Capriva e del Vermegliano parla a ruota libera e impartisce le sue lezioni comportamentali, da applicare nello spogliatoio e in campo: "Guai se in spogliatoio vengono a mancare armonia e unione. Ora le cose stanno andando bene, giochiamo un buon calcio e otteniamo risultati, ma arriveranno anche i tempi cupi e solo se saremo uniti li sapremo superare. In campo? Ci schieriamo con tre difensori dietro e un battitore libero, due punte e un fantasista perchè il calcio è fantasia". Anche riguardo alle ambizioni della Pro, mister Ghermi non ha dubbi. "Mi piacerebbe essere la rivelazione del campionato. Siamo partiti forte e se qualcuno là davanti comincerà a zoppicare, allora noi dovremo farci trovare pronti e correre". S.M.


È tornata la governante dei Kennedy col suo libro di ricette
Dopo circa 10 anni dall'ultima visita, torna in Friuli Marta Sgubin, ex governante della famiglia Kennedy. Si fermerà per una decina di giorni, per presentare l'edizione italiana del suo ultimo libro di cucina, una raccolta di ricette che lei stessa realizzava per Jaqueline Kennedy, e farà visita ai fratelli e ai parenti, che ancora vivono qui. È stata proprio del fratello Ottavio, pittore pordenonese, l'idea di tradurre in italiano il libro e di presentarlo nella nostra regione (a Udine oggi, alle 17.30, palazzo della Provincia; ad Aquileia domani, sala consiliare). Marta infatti non ha più molti contatti con l'Italia. Partita da Fiumicello a 17 anni, da allora è sempre vissuta negli Usa ed è ritornata poche volte in Friuli. Lei stessa ammette di sentirsi quasi un'estranea e di non riconoscere più le strade e le case del piccolo paese che aveva lasciato tanti anni fa. Ora vive a New York, ma non è più in servizio presso i Kennedy. Era stata la balia dei figli di Jaqueline e poi dei nipoti, fino a un anno fa. Ora è in pensione, ma è in contatto con la famiglia e partecipa sempre ai compleanni e ad altre ricorrenze particolari; si dedica ad attività benefiche e di volontariato, in particolare per la Croce rossa e in favore dei parenti delle vittime dell'11settembre. La visita in Friuli sarà soprattutto occasione per incontrare i suoi parenti che non la vedono da molti anni. Prima di ripartire starà qualche giorno a Pordenone, per definire i dettagli della mostra che allestirà a New York per il fratello pittore, e a Fiumicello, a casa della sorella Nella. Monica Tortul


Oggi, alle 18, la presentazione del libro della governante della celebre famiglia Jacqueline Kennedy raccontata da Sgubin
È il ritratto di una Jacqueline Kennedy Onassis madre impegnata, di una nonna amorevole e di una commentatrice ironica della vicende famigliari quello che Marta Sgubin traccia nel suo libro "Cucinando per Madam, ricette e ricordi dalla casa di Jacqueline Kennedy Onassis" che, per iniziativa dell'amministrazione comunale di Aquileia, l'autrice presenterà questo pomeriggio alle 18 nella sala consiliare del municipio. Nata a Fiumicello e cresciuta in Francia, Marta Sgubin, in questo libro, ha voluto raccontare dall'interno la vita della grande famiglia americana per la quale ha cominciato a lavorare, come baby-sitter per i figli Carolin e John jr., nel 1969. Passata, quando i ragazzi entrarono alla boarding school, al ruolo di governate, in realtà, in 25 anni di vicinanza, Marta Sgubin è diventata per la vedova del presidente americano una vera e propria amica, nonché una parte indispensabile della famiglia. Filo conduttore del racconto sono le circa 100 ricette preferite dai vari membri del "clan Kennedy" che, soprattutto nelle occasioni importanti, non potevano fare a meno degli spettacolari manicaretti che lei sapeva realizzare. Tra un ricordo e l'altro sugli anni passati assieme a quella che qualcuno ha definito la "famiglia reale americana", Marta Sgubin ci spiega anche come realizzare il rotolo di cioccolato che Coriline chiedeva sempre per il suo compleanno o l'insalata d'aragosta di cui lo zio Ted andava ghiottissimo. Quello che viene fuori è un interessante ritratto di Jacqueline e degli altri membri del "clan": pur "trascorrendo le giornate in cucina e in sala da pranzo", come lei stessa afferma, l'autrice di "Cucinando per Madam" riesce a presentare la vedova del più amato dei presidenti americani sotto una luce diversa. Delle milioni di pagine che sono state scritte sui Kennedy, infatti, mai prima d'ora a parlare era stat0 un vero e proprio "componente della famiglia". M.T.


Il documento dovrà essere siglato dalla varie amministrazioni. Previsto una stanziamento di 0,30 euro ad abitante
Progetti turistici: 16 Comuni alleati
E' stata predisposta una convenzione per promuovere assieme iniziative nel territorio della Bassa

Anche Cervignano ha aderito al progetto "Promuoviamo e valorizziamo il territorio" che nella Bassa vede la partecipazioni di più Comuni: hanno infatti dato vita all'iniziativa Aiello, Aquileia, Bagraria Arsa, Bicinicco, Campolongo al Torre, Cervignano, Fiumicello, Palmanova, Ruda, Santa Maria la Longa, San Vito al Torre, Tapogliano, Trivignano Udinese, Villa Vicentina e Visco e Terzo di Aquileia (Comune capofila). Sedici comuni assieme, dunque, per valorizzare assieme le risorse locali e promuovere attività di carattere turistico nel territorio. A questo proposito è stata redatta una convenzione nella quale si prevede che i Comuni interessati versino un contributo pari a 0.30 euro per abitante e la giunta comunale di Cervignano ha deliberato che per l'iniziativa siano erogati 3 mila 711 euro. "Con tale iniziativa - si legge nella convenzione che sarà firmata dai sindaci - si intende raggiungere il seguente obbiettivo: favorire lo sviluppo economico del territorio compreso tra il Palmarino, il Cervignanese, la Destra Torre e l'agro Aquileiese, attraverso un'azione integrata e coordinata tra i vari comuni, che miri alla valorizzazione del turismo, l'ambiente, i beni culturali, le attività vitivinicole e agroalimentari, tipiche della zona". Un progetto che scadrà il 31 dicembre 2006 e potrà essere rinnovato per ulteriori periodi, previa ulteriore conforme deliberazione. "I comuni - si legge ancora nel documento - parteciperanno finanziariamente all'iniziativa con lo stanziamento di un contributo di adesione cha sarà determinato di anno in anno dall'assemblea dei sindaci. Per il 2002 il contributo è stato fissato in 0.30 euro per ogni residente in data 31 dicembre 2001. Tali importi, comprensivi di oneri fiscali, saranno liquidati dai comuni che hanno aderito al progetto direttamente al comune capofila, nei tempi e con le modalità stabilite dall'assemblea dei sindaci. A tutti i comuni interessati sarà inviato annualmente il bilancio progettuale consuntivo. Il comune capofila, nel caso specifico Terzo di Aquileia, provvederà a convocare almeno ogni sei mesi l'assemblea dei sindaci, per individuare gli indirizzi generali rivolti a rendere più efficace la strategia operativa". A questo proposito l'assemblea dei sindaci ha individuato un gruppo di lavoroi, coordinato dal comune di Terzo di Aquileia, che avrà il compito di predisporre i lavori assembleari e aiutare nelle proprie mansioni il comune responsabile. La convenzione è costituita da nove articoli e in uno dei quali si è prevista anche la possibile adesione di altri comuni.


RITA SGUBIN RACCONTA "Jacqueline Kennedy ghiotta di minestrone alla friulana"
I bocconcini di manzo con il pane tostato erano il piatto preferito di Jfk junior. Mentre Jacqueline gradiva moltissimo il minestrone alla friulana, "quello preparato con i legumi e i fagiolini freschi". Sono le confessioni di una cuoca speciale, Rita Sgubin da San Valentino di Fiumicello, che in un libro da poco tradotto in italiano, "Cucinando per Madam", racconta 25 anni di vita quotidiana accanto alla futura signora Onassis. La Sgubin, friulana della Bassa, lasciò a 18 anni il suo paesino per andare a Venezia a fare la baby sitter. A New York conobbe la madre di Jacqueline che la convinse a occuparsi degli eredi della famiglia Kennedy. Pensava di tornarsene presto in Europa e invece restò a fianco della signora Onassis fino alla sua morte. Ieri la Sgubin è tornata in quel Friuli che lasciò 50 anni fa e l'ha trovato più caotico e moderno. È arrivata con mezz'ora buona di ritardo all'incontro nel palazzo della Provincia, ma si è fatta perdonare appena ha preso la parola dopo gli interventi "ufficiali". "L'emozione di trovarmi qui - ha detto - è la stessa del giorno in cui sono partita. Questo libro che non avrei mai immaginato di scrivere mi ha riavvicinato alla mia terra". Il volume edito in Italia da Campanotto - 213 pagine e decine di fotografie informali della First Lady più celebre della storia - collega in modo semplice dodici piatti "firmati" da Marta con altrettanti mesi dell'anno e le relative abitudini. A marzo, tanto per fare un esempio, c'è la cena di Pasqua nella Grecia di Onassis, a novembre i piatti del Giorno del ringraziamento negli States, a gennaio una cena invernale dopo un giro in slitta a Central Park. Attraverso la cucina si racconta la vita di una famiglia che nei ricordi della Sgubin è molto più normale di quanto si possa pensare. Ricette naturali, ben lontane dai sofismi culinari dei grandi chef. "Divenni cuoca per caso, preparavo da mangiare per far piacere a Jacqueline e ai bambini - ha ricordato ieri la Sgubin - Mi annoiavo durante le crociere, così andavo a curiosare in cucina dove uno chef francese mi insegnò tante cose". Fatto sta che lo stesso Onassis si innamorò dei piatti di Marta. "Una volta mi mandò a chiamare: "La tua torta di cioccolato è la migliore che abbia mai mangiato". Ma io l'avevo fatta con la polvere di cioccolata e glielo dissi... "Non importa", replicò lui, "ne farò comprare due casse". E così avvenne". Francesco Antonini


La presentazione a Udine in palazzo Belgrado, presente l'autrice, al servizio dell'ex first lady per 25 anni
Ai fornelli per Jackie Kennedy
"Cucinando per Madam", il volume firmato dalla cuoca friulana Marta Sgubin

Cuoca provetta per caso. E in una delle famiglie più prestigiose del mondo: i Kennedy. È la storia di una friulana nata a San Valentino di Fiumicello, Marta Sgubin, che nel 1969 approdò a New York come baby-sitter dei figli di John, il presidente assassinato a Dallas, e Jacqueline, trasformandosi poi in una vera esperta dei fornelli, tanto da raccogliere intorno a sé il gradimento di tutta la famiglia. I cui segreti gastronomici sono stati raccolti nel libro di Marta da poco tradotto in italiano, Cucinando per Madam, che riassume i 25 anni trascorsi a fianco della ex first lady, ormai diventata signora Onassis. Il volume - edito in Italia da Campanotto, tradotto da Cristina Vignali e stampato in 1.500 copie, con prefazione di John F. Kennedy Jr., per il costo di 22,5 euro - è stato presentato l'altra sera a palazzo Belgrado, in una sala del consiglio gremita di ascoltatori pronti ad applaudirne l'autrice. Duecentoventiquattro pagine, con annesse immagini inedite della casa dei Kennedy, per raccontare spaccati e aneddoti della vita quotidiana della potente famiglia americana e dei suoi gusti culinari. Così, semplicemente, si scopre che il piatto preferito di Caroline era il pollo alla panna con riso e piselli, mentre suo fratello John-John preferiva i bocconcini di manzo con pane tostato. Jacqueline, invece, andava matta per "il minestrone alla friulana, preparato con i legumi e i fagiolini freschi", ha ricordato la cuoca Marta, che è rimasta accanto a Madam fino alla sua morte. Il successo di ogni piatto è legato alle atmosfere e al momento per cui è stato creato, tenendo conto delle tradizioni, ma anche delle novità delle altre culture gastronomiche. C'è una perfetta fusione tra usanze e creatività, tra interpretazione di una ricetta e creazione della stessa. A ogni mese dell'anno l'autrice dedica una serie di pietanze particolari, capace di far rivivere un determinato avvenimento legato alla famiglia in cui ha prestato servizio per decenni. Piatti semplici, privi delle pretese culinarie dei grandi chefs. Il mese di febbraio, per esempio, si intitola Pranzo sul vassoio con un'amica, volendo sottolineare un'abitudine cara a Jacqueline, quella appunto di consumare il pasto in biblioteca in compagnia delle amiche. A marzo è inserita la Cena di Pasqua in Grecia, con riferimento ai viaggi a bordo della Christina, il leggendario panfilo dell'armatore Onassis, e a novembre Il giorno del ringraziamento e il compleanno dei ragazzi, con le ricette di tutti gli squisiti piatti che venivano serviti per l'occasione. E così via per le restanti mensilità. Ma come ha fatto Marta, ora una signora minuta di 65 anni, a entrare in una delle case più celebri della storia? A 18 anni abbandonò il suo paese natale alla volta di Venezia per occuparsi della piccola Sibylle, ultimogenita di una facoltosa famiglia di diplomatici francesi. Durante un viaggio a New York, conobbe la madre di Jackie che la persuase a badare ai nipoti Caroline e John. Marta era convinta che quell'avventura non sarebbe durata a lungo e che presto avrebbe fatto rientro in Europa. Non fu così. "Diventai cuoca per caso - ha ammesso poi -, i ragazzi erano diventati grandi e mi annoiavo. Così, durante le crociere sul Christina andavo a curiosare in cucina dove uno chef francese mi insegnò a cucinare". "Siamo orgogliosi di avere una friulana che ha allietato la vita dei Kennedy con i suoi cibi", ha affermato il presidente della Provincia Marzio Strassoldo durante la presentazione udinese del libro, curata da Gilberto Ganzer, direttore dei Civici Musei di Pordenone. Tra gli intervenuti a apalazzo Belgrado, il direttore della casa editrice Campanotto, Carlo Marcello Conti, e il presidente della Camera di commercio di Udine, Enrico Bertossi, che ha sostenuto l'iniziativa insieme all'Accademia italiana della cucina, rappresentata, per la delegazione udinese, da Antonella Stroili. Un libro, quello della Sgubin, nel segno della semplicità e della discrezione, che restituisce i celebri Kennedy in una una dimensione quotidiana, domestica, in una cornice lontana dal palcoscenico internazionale che ne ha distinto l'esistenza. Laura Pigani


Fiumicello: domenica quarto appuntamento dell'Ottobre musicale
FIUMICELLO - Domenica a Fiumicello, nella chiesa di San Valentino, quarto e penultimo appuntamento dell'Ottobre musicale, giunto alla 12ª edizione e organizzato dal coro Lorenzo Perosi in collaborazione con la parrocchia. Ospite il coro Vox Julia di Ronchi dei Legionari, diretto da Denise Marcuzzi, che accompagnerà rito domenicale con la Missa Aquileiensis di Cesare Augusto Seghizzi e con brani di Busto, Fontanot e Lukas. Il repertorio dell'Associazione corale Vox Julia, attiva dal 1973, spazia dal canto gregoriano alla musica contemporanea, rivolgendo particolare interesse alla polifonia cinquecentesca sia sacra che profana.Questa edizione dell'Ottobre musicale - apertasi il 6 ottobre con il concerto d'organo di Stefano Berberino, proseguita il 13 con i solisti del Lorenzo Perosi e il 20 con la messa gregoriana Lux et origo e con brani tratti dalla liturgia ortodossa, protagonista lo stesso coro Lorenzo Perosi - si concluderà tradizionalmente il 2 novembre con l'appuntamento per la messa in suffragio dei defunti.


Fiumicello: omaggio a Mazzucato
Stasera alle 20.45, nella sala consiliare del Municipio, Nina Alessi, soprano, Marco Ghiglione, pianoforte, e il quartetto d'archi Alberto Mazzucato si esibiranno nell'ambito del cartellone Musica e canto in Friuli dal medioevo all'oggi. In programma, romanze da camera e arie dalle opere La signora di Monza, Luigi V ed Esmeralda, del più grande compositore udinese dell'800 Alberto Mazzucato, nonché brani di Nicola De Giovanni e Cesare Mires. Ingresso libero.


Endesa non molla: vuole il carbone
Per la centrale termoelettrica una richiesta al ministero dell'ambiente

È ufficiale: è stata avviata da Endesa la procedura per la richiesta di compatibilità ambientale al ministero dell'ambiente e della tutela del territorio. Richiesta che rientra nell'ambito della procedura unica di autorizzazione rilasciata dal ministero delle attività produttive. In sostanza Endesa procede per la sua strada, la strada che aveva già annunciato di voler percorrere: ossia la trasformazione a carbone dei due gruppi 3 e 4 della centrale termoelettica di Monfalcone, rispettivamente da 320 magawatt che oggi funzionano ad olio combustibile. L'avviso di richiesta di pronuncia di compatibilità spiega che Endesa, visto il nuovo scenario del mercato elettrico con la liberalizzazione definitiva a livello europeo, ha deciso di rivedere il programma di ammodernamento del parco termoelettrico "con l'obiettivo di avviare programmi atti a migliorare l'efficienza produttiva e la diversificazione delle fonti energetiche". In tutto ciò il carbone rappresenta per la società spagnola, che ha acquistato da Elettrogen la centrale monfalconese, la soluzione ideale, basata su tecnologie avanzate che consentono il contenimento e l'abbattimento degli inquinanti migliorando il rendimento energetico e riducendo il rischio di inquinamento per il trasporto del combustibile in centrale via mare. Diventa davvero dura, a questo punto, la battaglia che la città sta conducendo per dire "no al carbone" e per chiedere invece la metanizzazione del sito energetico, battaglia condivisa anche dall'amministrazione comunale che ha già approvato un ordine del giorno e dal comitato ambientalista monfalconese che, a proposito, ha inviato ai consigli comunali del mandamento, oltre a Duino Aurisina e a Fiumicello e al consiglio provinciale un ulteriore ordine del giorno da approvare per dire appunto "no al carbone". Il sindaco di Monfalcone aveva annunciato di aver consultato un legale per sapere come potersi muovere e cosa poter fare per contrastare il progetto Endesa. Ora, secondo quanto prevede la legge, entro 30 giorni da ieri al ministero dell'ambiente o a quello dei beni e attività culturali o anche alla Regione potranno essere presentate istanze, pubblicazioni e osservazioni da opporre all'Endesa, che a questo punto sembra non abbia alcuna intenzione di utilizzare il metano per la centrale. C.V.

Sbanca il campo di Fiumicello con una rete di Consutti L'Aquileia va a bersaglio
FIUMICELLO - Dopo dieci anni di attesa ritorna il derby tra Pro Fiumicello e Aquileia. Con il risultato però opposto rispetto all'ultimo confronto. La partita ha visto di fronte due buone squadre e il risultato giusto sarebbe stato il pareggio. L'Aquileia ha dominato il primo tempo, mostrando un buon possesso palla a centro campo e dei buoni inserimenti di Francescon e Consutti sotto l'attenta regia di Bonato. La Pro Fiumicello ha prevalso nel secondo tempo con buon pressing e ottime triangolazioni tra Macor, Luiso, Apollo, Porcari e Mian. La cronaca comincia al 5', con un'occasione mancata di Apollo per la Pro Fiumicello, seguita al 9' da un tiro di Mian. Poi per venti minuti è solo Aquileia. Al 12' il vantaggio, con un tiro spettacolare di Consutti. Poi la Pro deve difendersi ancora: al 13' su tiro di Ravalico, al 23' su conclusione di Francescon, al 32' e al 35' su un inesauribile Consutti. Solo una difesa ben orchestrata da Pacor evita un passivo più pesante per la Pro, che comunque prova a impensierire l'Aquileia al 30' con Mian e al 44' con doppio tiro di Porcari e Macor parati dal bravo Paduani. Il secondo tempo è tutto per la squadra di casa, che centra ben tre traverse di cui una clamorosa a tempo scaduto. Al 48' l'arbitro concede un rigore per un fallo su Pacor, Luiso calcia dal dischetto, ma Paduani respinge e sul secondo tentativo l'attaccante di casa centra la traversa.


Due defibrillatori a disposizione della Sogit
Da oggi la Sogit di Fiumicello ha due nuovi defibrillatori, ricevuti in dono dalla Banca di credito cooperativo di Fiumicello e Aiello e dalla Comunità evangelico luterana di Trieste. Essi saranno installati in una nuova ambulanza, che sarà inaugurata tra 15 giorni circa, e nella nuova sede sociale che l'amministrazione comunale sta allestendo. La Sogit è attualmente ospitata nell'edificio municipale ed è una realtà abbastanza importante per la comunità di Fiumicello, da circa 2 anni. Questi due defibrillatori daranno ancora maggior sicurezza e tranquillità ai cittadini, mentre la nuova sede, nella vecchia scuola di Papariano, sarà uno spazio più consono alle esigenze dell'associazione. L'inaugurazione dei defibrillatori si terrà il 16 novembre, alle 11, sul piazzale dei Tigli. Per l'occasione saranno presenti degli stand con primari e infermieri che faranno visite gratuite: il personale del pronto soccorso di Palmanova sarà infatti a disposizione per misurare la pressione, la glicemia e per eseguire cardiogrammi.


"Vox Julia" esegue la "Missa aquileiensis"
Oggi, nella chiesa di San Valentino, ci sarà il terzo e penultimo appuntamento dedicato alla musica sacro-liturgica dell'"Ottobre musicale fiumicellese". Ospite il coro "Vox Julia" di Ronchi dei Legionari, diretto da Denise Marcuzzi, che accompagnerà la liturgia eseguendo la "Missa aquileiensis" di Cesare Augusto Seghizzi, oltre a brani di Busto, Fontanot, Lukas. L'"Ottobre musicale fiumicellese", si concluderà tradizionalmente il 2 novembre con la messa in suffragio dei defunti.