Mercoledì 1 marzo, il Gazzettino: Le maestre mantengono la loro posizione di chiusura Sindaco e parroco dichiarano tutto il loro imbarazzo
Mercoledì 1 marzo, il Messaggero: I docenti: no alla visita del vescovo
Giovedì 2 marzo, il Gazzettino: A un Imam dicevano sì
Giovedì 2 marzo, il Gazzettino: Biomasse, l'energia pulita dai campi
Giovedì 2 marzo, il Piccolo: Scuola rifiuta la visita del vescovo
Giovedì 2 marzo, il Messaggero: I sindaci della Bassa: no ai vigili-sceriffi
Giovedì 2 marzo, Agenzia Asca: FVG: Arcivescovo Gorizia, non si speculi su no scuola a visita pastorale
Venerdì 3 marzo, il Gazzettino: Un'occasione persa per il dialogo
Venerdì 3 marzo, il Gazzettino: Tanti fedeli per la pastorale
Venerdì 3 marzo, il Messaggero: Rammarico del vescovo
Venerdì 3 marzo, il Piccolo: L'arcivescovo: 'Un'occasione perduta'
Domenica 5 marzo, il Messaggero: Visita negata al vescovo, interrogazione a Roma
Domenica 5 marzo, il Piccolo: Il no al vescovo ora approda in Parlamento
Martedì 7 marzo, il Gazzettino: Per la mancata visita del Vescovo rammarico e dimissioni di genitori
Mercoledì 8 marzo, il Messaggero: Sì al vescovo, ma fuori della scuola
Mercoledì 8 marzo, il Piccolo: No al vescovo: i genitori insorgono
Mercoledì 8 Marzo, il Piccolo: Decadenza culturale il 'no' al vescovo
Giovedì 9 marzo, il Messaggero: I genitori confermano le dimissioni
Venerdì 10 marzo, il Gazzettino: Scuole, valori cristiani e occidentali a rischio
Sabato 11 marzo, il Gazzettino: Solidarietà dall'opposizione alle maestre
Sabato 11 marzo, il Piccolo: Il Comune alla scuola: 'Dovevano informarci'
Sabato 11 marzo, il Messaggero: Il sindaco sulla visita negata al vescovo 'Saremmo voluti esserne informati'



Le maestre mantengono la loro posizione di chiusura Sindaco e parroco dichiarano tutto il loro imbarazzo
Le maestre della scuola elementare Giuseppe Garibaldi ribadiscono la laicità della scuola e il rispetto e un'equa distanza verso tutte le religioni. "Quando ci è stato proposta la visita nella scuola dell'Arcivescovo Dino de' Antoni le motivazioni- dicono- non sono apparse immediatamente chiare e di quali argomenti il prelato avrebbe affrontato davanti ai ragazzi. Se poi aggiungiamo che l'incontro non era stato programmato e veniva a cadere in un periodo di intensissima di attività si capiscono meglio le nostre riserve in quanto la religione cattolica non è una materia curriculare bensì facoltativa e non interessa tutti gli allievi". "Altro significato -sottolineano- avrebbe avuto se l'incontro fosse avvenuto nell'ambito di un percorso di studio della storia delle religioni". "Ribadiamo- affermano ancora le maestre- che la scuola è rispettosa di tutte le fedi religiose, in particolare quella cattolica, praticata dalla stragrande maggioranza della comunità, però l'insegnamento della scuola e resta assolutamente aconfessionale". Interpellato il parroco don Luigi Fontanot, questi ha espresso rispetto per la decisione presa: "Hanno esercitato un loro diritto, abbiamo proposto un incontro con gli studenti e genitori delle scuole elementari e per l'infanzia nella giornata di sabato 18 marzo alle 15.30 nell'aula consigliare". Il sindaco Paolo Dean accoglie con stupore la presa di posizione del gruppo di insegnanti della scuola elementare: "È da tempo che l'amministrazione partecipa attivamente per la realizzazione di questo evento: come amministratore prendo atto di questa decisione, da cittadino questa presa di posizione mi mette in grande imbarazzo". Due parole le ha volute dire anche don Andrea Bellavita, direttore del settimanale diocesano Voce Isontina: "La decisione non doveva essere presa solo dal corpo insegnanti, ma da tutto il Consiglio d'Istituto; anche la componente dei genitori doveva dire la sua, come pure quella dei non docenti. L'Arcivescovo si reca nelle scuole come esperto della religione cattolica, non come pastore".Livio Nonis


E' polemica alla scuola elementare di via Pellis per il mancato incontro I docenti: no alla visita del vescovo
FIUMICELLO. Ha destato clamore il mancato incontro dell'arcivescovo di Gorizia, monsignor Dino De Antoni, con gli alunni della scuola elementare di via Pellis, a causa del parere negativo espresso da alcuni componenti del corpo docente dello stesso istituto. Il dirigente scolastico Aldo Durì, aveva chiesto il via libera all'incontro, inserito nell'ambito delle visite pastorali programmate dall'arcivescovo nella Bassa friulana in questo periodo, al corpo docente dove le proposte, per essere accolte, devono essere approvate all'unanimità. Così non è stato, perché alcuni docenti hanno posto il loro veto e Durì ha quindi dovuto, di fatto, chiudere la porta in faccia al prelato, al contrario di quanto avvenuto in altre scuole del territorio. Una decisione che non è decisamente piaciuta al sindaco, Paolo Dean. "Quella attuata dalla scuola di via Pellis è una scelta che mi imbarazza molto, come cittadino e come cattolico, anche se, ovviamente, come sindaco non posso che rispettare l'autonomia decisionale di ogni organismo - afferma Dean -. Non posso quindi che esprimere, a livello personale, un certo disagio per questo comportamento che mi pare completamente fuori luogo anche rispetto alle tante iniziative che questa amministrazione ha realizzato in collaborazione con la scuola stessa, volte a favorire l'integrazione e l'uguaglianza nel rispetto delle diversità. Provo quindi un certo disappunto nel constatare come i ragazzi capiscano questi messaggi mentre alcuni insegnanti, invece, non riescano a fare altrettanto. Eppure - prosegue il sindaco - tante volte abbiamo parlato di queste problematiche oggi più che mai attuali e del rispetto che deve essere riservato ad ogni cultura e non parlavamo, ovviamente, solo delle altre ma anche della nostra". Il primo cittadino non nasconde quindi una certa amarezza, anche perché, l'amministrazione cittadina aveva accolto con gioia la visita che monsignor De Antoni farà a Fiumicello, concordando una serie di iniziative con le diverse realtà cittadine. Getta acqua sul fuoco, invece, don Andrea Bellavite, direttore del settimanale diocesano, "Voce Isontina". "Non sono assolutamente scandalizzato dalla decisione assunta dall'elementare di via Pellis - rimarca - perché è già accaduto che, nel corso di altre visite pastorali, venissero assunte scelte analoghe da altre scuole, scelte che, comunque vanno rispettate. Forse non è stato compreso che il vescovo svolge questi incontri con una veste culturale, e non va certo a dare lezioni di catechismo - aggiunge -. Però, ripeto, se è stato deciso di non incontrarlo non c'è alcun problema". Don Bellavite annuncia infine che, comunque, sabato, al di fuori dell'orario scolastico, De Antoni incontrerà il mondo della scuola, nella sala consigliare del municipio "e in questa occasione potrà incontrare i docenti e gli studenti che, volontariamente, desiderano partecipare a questa iniziativa". Patrizia Artico


"Due pesi e due misure che contraddistinguono la sinistra" "A un Imam dicevano sì" Strassoldo sulla mancata visita del vescovo alle elementari
Sulla vicenda del rifiuto opposto da alcuni insegnanti delle elementari Pellis alla visita dell'arcivescovo di Gorizia alla scuola, con la conseguente presa di posizione di molti genitori e con il rammarico espresso sia dal parroco che dal sindaco del paese, la polemica ieri ha visto anche l'intervento del presidente della Provincia di Udine, Marzio Strassoldo che definisce tale scelta "un atteggiamento inaccettabile". "Abbiamo saputo che sono tutte vicine a Rifondazione Comunista" afferma Strassoldo che ironizza sulla "presunta tolleranza di cui Rifondazione si fa paladina soltanto a parole e ribadisce la cecità dell'approccio della sinistra, che continua a spacciare uno strano concetto di democrazia innervato da visioni pregiudiziali e illiberali: una posizione tutt'altro che democratica". "Sono rimasto sconcertato come presidente uscente e come cittadino- continua il presidente- che, subito interessatosi del 'caso politico', domanda al corpo insegnante "quale tipo di laicità vogliano attuare con questi dinieghi". "Non è questione di essere religiosi o meno - spiega Strassoldo - ma è questione di rispettare le tradizioni di tutti, quindi anche quelle cattoliche". "Accogliere un arcivescovo, o un rabbino, o un pastore protestante - continua Strassoldo- non mina di certo l'aconfessionalità di base dell'istituzione scolastica. Probabilmente, se si fosse invitato un imam, sono certo che non si sarebbe sollevata alcun tipo di barricata da parte delle maestre". "I soliti "due pesi e due misure - aggiunge - che contraddistinguono il pensiero della sinistra". "Invece di cercare di aggrapparsi a giustificazioni deboli- conclude Strassoldo- chi ha posto il niet all'arcivescovo dovrebbe fare mea culpa, in nome della vera laicità e della tolleranza"


Sono 13 i comuni che hanno aderito ad Aziende aperte. Domani un convegno Biomasse, l'energia pulita dai campi
Energia pulita dai campi. Può arrivare dall'agricoltura una soluzione al caro-bolletta del nostro Paese coniugando anche l'attenzione per l'ambiente. Un tema molto sentito in questo periodo, sia per la rigidità delle temperature in questo inverno particolarmente freddo, sia per la necessità di trovare fonti energetiche alternative al petrolio e al gas, soprattutto dopo che l'Italia ha dovuto attingere alle proprie riserve strategiche di metano per far fronte al parziale ridimensionamento delle forniture in arrivo dalla Russia attraverso l'Ucraina. La sensibilità verso questi temi sta crescendo e le 13 amministrazioni comunali che aderiscono ad Aziende Aperte, sempre attente a favorire da una parte il rispetto dell'ambiente e dall'altra la ricerca di fonti alternative di energia, hanno organizzato un dibattito sul tema "Biomasse ed energia pulita per un nuovo riscaldamento. Quali opportunità, quale futuro?" che si terrà nella sala consiliare del Municipio di Fiumicello, domani marzo alle 20. Interverranno Enzo Marsilio, Assessore regionale all'Agricoltura, Emilio Gottardo (Direzione regionale agricoltura), Sergio Vidale (Cner), Dimitri Plett (Biocalor), Michele Sguassero (Sguassero Costruzioni), Walter Francescato (Aiel), Roberto Jodice (Ceta). Nel corso della tavola rotonda saranno approfonditi alcuni importanti aspetti di queste tematiche energetico- ambientali per capire quali possano essere, in futuro, le opportunità per l'utilizzo delle biomasse sul territorio di riferimento di Aziende Aperte e quali possono essere le prospettive di sviluppo per la produzione di energia alternativa."Una politica che attui e favorisca la diffusione di adeguate coltivazioni, oltre a una corretta informazione sulle opportunità - afferma il coordinatore di aziende Aperte, Claudio Pizzin -, possono fare crescere l'interesse verso nuove tipologie di risorse e, nel contempo, dare ai produttori agricoli alcune risposte su possibili alternative di reddito". I Comuni di Fiumicello e Ruda hanno già avviato coltivazioni di biomassa legnosa. A Fiumicello ad esempio, nel 2004 è stato realizzato un impianto, su un'area di 7,5 ettari, con un contributo regionale. Si tratta di una superficie a set aside, su cui sono stati piantati pioppi a rapida crescita che prevedono un ciclo per il taglio di due anni per una durata ottimale (produttiva) di dieci anni. Nel 2006 è previsto il primo raccolto che sarà destinato alla produzione di pellet o di cippato, entrambi biocombustibili naturali che possono essere impiegati sia per uso civile, privato e pubblico, che industriale. In particolare nel settore pubblico questi materiali sono destinati a soddisfare le esigenze di comunità, in genere agglomerati omogenei come rioni o quartieri.


L'elementare di Fiumicello: "Evento inopportuno in un momento di conflitti interreligiosi" Scuola rifiuta la visita del vescovo
FIUMICELLO La dirigenza di una scuola elementare di Fiumicello ha declinato, giudicandola poco opportuna viste le attuali tensioni interreligiose, l'offerta di una visita pastorale fatta dall'arcivescovo di Gorizia, monsignor Dino De Antoni, nell'ambito di un giro della diocesi che la prossima settimana farà tappa nella cittadina della Bassa friulana. Il rifiuto ha suscitato la reazione irritata del presidente della Provincia di Udine, Marzio Strassoldo, ricandidato alle prossime amministrative nelle liste della Casa delle Libertà, che ha stigmatizzato il rifiuto definendolo un "atteggiamento inaccettabile". "Nessuno scandalo", ha ribattuto invece, a nome della Curia, il direttore del settimanale "Voce Isontina", don Andrea Bellavite. A suo dire, "nessuno ha chiuso la porta in faccia all'arcivescovo". "Il parroco don Luigi Fontanot - ha spiegato don Bellavite - ha chiesto, come d'uso, al dirigente scolastico se avesse avuto il piacere di ricevere la visita del vescovo De Antoni. Il dirigente scolastico ha riunito i docenti e il Consiglio d'istituto e collegialmente hanno deciso che in questo contesto la visita del vescovo avrebbe assunto un aspetto troppo confessionale". "Il dirigente - ha aggiunto don Bellavite - ha infine scritto al parroco per declinare l'offerta di una visita all'interno dell'edificio scolastico, concordando invece con il parroco un incontro per il mondo della scuola per sabato 10 marzo, fuori dall'orario scolastico". Secondo Andrea Bellavite, "la scuola è libera di assumere le sue decisioni e non mi pare - ha aggiunto - che se ne debba fare un caso, anzi, personalmente ritengo che sia stata una scelta comprensibile: io non ci troverei niente di male". "Ma - ha concluso il direttore della Voce isontina - immaginiamo quante polemiche potrebbero sorgere se un domani fosse un imam a chiedere di visitare una scuola...". Sulla vicenda è intervenuto anche il sindaco di Fiumicello, Paolo Dean,che si è detto imbarazzato, come cittadino e come cattolico, per per la scelta fatta dalla scuola, anche se come primo cittadino, ha detto "non posso che rispettare l'autonomia decisionale di ogni organismo".


Gli amministratori: aumenta la criminalità, ma non dobbiamo armare gli agenti I sindaci della Bassa: no ai vigili-sceriffi
di OSCAR D'AGOSTINO CERVIGNANO. Cresce la microcriminalità, aumentano le richieste di sicurezza anche sociale, c'è una maggiore esigenza di controlli soprattutto nelle ore notturne: i sindaci dei sette comuni che hanno aderito alla Polizia municipale associata, in fase di costituzione nella Bassa, sono d'accordo sulla necessità di un servizio di vigilanza più organizzato e al passo con i tempi ma non vogliono che gli agenti diventino "sceriffi" armati: assolutamente niente pistole, dunque, ma neanche manganelli (peraltro non previsti). Intanto, nonostante il rinvio a Cervignano e a Bagnaria Arsa, il progetto procede: manca solo il via libera di altre due delle sette amministrazioni. Se Bagnaria Arsa ha rinviato alla futura amministrazione (si voterà il 9 aprile) e se a Cervignano se ne ridiscuterà in consiglio, Villa Vicentina, Ruda e Fiumicello hanno già approvato la convenzione di sei anni, mentre Terzo e Campolongo lo faranno entro marzo o aprile. Da maggio, dunque, il servizio potrà essere attivato. "Stiamo perseguendo questo obiettivo da anni - spiega il sindaco di Fiumicello Paolo Dean -, la volontà viene da lontano. L'aggregazione è una tappa obbligata per qualificare i servizi. Cosa cambierà per noi? Abbiamo già due vigili, con la convenzione ne potremo assumere un terzo. L'utilizzo dello spray? Ma non manderemo i vigili in zone che non conoscono... In ogni caso, il regolamento potrà essere rivisto". "Andremo entro marzo al voto - racconta il sindaco di Terzo d'Aquileia , Fulvio Tomasin - È questa una strada obbligatorio per un servizio efficiente e moderno in tema di sicurezza. C'è una forte richiesta di protezione sociale, anche in termini di prevenzione e di dialogo con i cittadini. A Terzo abbiamo due agenti in servizio ma le esigenze sono sempre più ampie e occorre una strutturazione di più ampio respiro". Per quanto riguarda le recenti polemiche, continua Tomasin, "ci sarà un incontro con i sindacati: dove sarà possibile, faremo modifiche". D'accordo sulla necessità del servizio associato, anche se punta l'attenzione sui costi, il sindaco di Ruda Alfonso Sgubin: "Lo abbiamo già approvato in consiglio - racconta - Dovremo assumere un secondo vigile e passeremo da un costo di gestione del settore di 30 mila euro a 65 mila". Ma anche secondo Ruda si tratta di una tappa obbligata per gestire meglio la situazione sul territorio. La volontà è quella di aderire anche per il sindaco di Campolongo , Giovanni Cumin, anche se su alcune questioni previste dal regolamento (l'utilizzo degli strumenti difensivi, le sostituzione in caso di malattia...) andrebbero date delle garanzie. "La volontà - afferma - è quella di andare avanti: il nostro è un paese piccolo, ma con esigenze di sicurezza per i cittadini. Porteremo la convenzione al voto entro aprile e potremmo partire a maggio". C'è chi gestisce già il servizio di vigilanza in convenzione con Cervignano: è il comune di Villa Vicentina . "L'accordo è nato un anno e mezzo fa - racconta il sindaco Mario Pischedda - poi altre amministrazioni hanno chiesto di entrarne a far parte". Secondo Pischedda, le polemiche sulla trasformazione degli agenti in una sorta di sceriffi sono solo strumentalizzazioni. "I sindaci hanno chiesto interventi anche fino alle 22, per garantire una maggiore sicurezza ma noi siamo contrari: la vigilanza notturna deve essere svolta da carabinieri e polizia". Infine, c'è la situazione di Bagnaria Arsa , che ha rinviato la discussione. "Un aspetto - spiega il sindaco Anselmo Bertossi - legato soltanto al fatto elettorale. Sono convinto che sia necessario tale servizio. I vigili urbani hanno assunto competenze molteplici, dalla viabilità all'ordine pubblico e ai controlli nel commercio. E per un comune di 3.500 abitanti, con attività commerciali e pure un casello autostradale nel territorio, una figura di coordinamento è fondamentale. Fino a oggi responsabile dell'attività della polizia municipale è il sindaco, ma serve una figura diversa". E sulla questione delle armi, Bagnaria esprime la sua contrarietà: "È un rischio anche per i vigili stessi". No alla polizia armata, dunque: spray sì, ma niente manganelli o manette.


FVG: ARCIVESCOVO GORIZIA, NON SI SPECULI SU NO SCUOLA A VISITA PASTORALE
(ASCA) - Gorizia, 2 mar - L'arcivescovo di Gorizia, mons. Dino De Antoni, non potra' visitare la scuola di Fiumicello. I dirigenti dell'istituto gli hanno fatto sapere che e' una visita inopportuna. ''E' un episodio del tutto circoscritto alla visita Pastorale di Fiumicello e mi auguro - ha fatto sapere l'arcivescovo attraverso una nota - che non serva per lanciare accuse e per dietrologie da lui ne' apprezzate ne' condivise, specie in periodo di campagna elettorale''. L'arcivescovo fa sapere che l'incontro con il mondo scolastico fiumicellese avverra' ugualmente, grazie all'iniziativa opportunamente concordata con la Parrocchia, al di fuori dell'orario e delle strutture scolastiche. fdm/sam/ss


"Un'occasione persa per il dialogo" Il vescovo De Antoni chiude la polemica sulla mancata visita alla scuola di Fiumicello
Monsignor De Antoni vuole stemperare i toni sulla vicenda della scuola che non lo vuole e affida ad un comunicato stampa dell'arcidiocesi di Gorizia la sua opinione. Lo fa precisando che "la visita alle scuole è stata una componente costante nell'ambito degli incontri con la popolazione di tutta l'Arcidiocesi; essa è stata sempre momento di serenità e di educazione alla pace, utile agli studenti e ai docenti per conoscere meglio la figura della guida della Chiesa Cattolica goriziana e allo stesso pastore per rendersi meglio conto dei problemi e delle prospettive del mondo scolastico. Per questo non ci si può che rammaricare di un'occasione perduta di intessere un fruttuoso dialogo, profondamente rispettoso delle diversità e delle specificità di ciascuno". Parole dosate per non alimentare la polemica, ma che non nascondono l'amarezza del Pastore. Questi non rinuncia comunque alla sua missione, che ovviamente comprende il mondo dei giovani e della scuola. Infatti l'incontro con il mondo scolastico fiumicellese avverrà ugualmente, grazie all'iniziativa concordata con la Parrocchia, al di fuori dell'orario e delle strutture scolastiche: "L'Arcivescovo- prosegue la nota- si augura una presenza numerosa e qualificata di tutti, anche del corpo docente che non ha ritenuto opportuna la visita nella scuola, proprio perché l'unica passione che lo anima è quella di incontrare le persone e di condividere per quanto possibile le loro storie, al fine di lavorare insieme, anche partendo da diversi presupposti ideologici e religiosi, alla costruzione di un mondo nuovo, radicato nella giustizia e nell'amore". Monsignor De Antoni chiede infine che "un episodio del tutto circoscritto alla visita pastorale di Fiumicello non serva per lanciare accuse e per dietrologie da lui né apprezzate né condivise, specie in periodo di campagna elettorale". Parole chiare, per certi versi illuminanti per quanti pensano, da posizioni anche diverse, di potersi sostituire alla voglia di conoscenza dei bambini o di cavalcare scontri di civiltà. Se lo capiscono. Andrea Valcic


VILLA VICENTINA Tanti fedeli per la pastorale
L'arcivescovo Dino De' Antoni ha iniziato la visita pastorale nella parrocchia dedicata a Santa Maria con un fuori programma che la dice lunga sulla sua grande sensibilità. Informato su dove abitavano i parenti della famiglia di Francesco Franzè, un uomo di 60 anni, disabile mentale, tragicamente deceduto in un incidente stradale una settimana fa, ha voluto, accompagnato dal parroco don Ettore Rizzatti, portare il suo sostegno e la sua benedizione a questa sfortunata famiglia. C'era anche molta curiosità per vedere come veniva accolto il prelato dalla popolazione di questa piccola località della bassa friulana, dopo le polemiche sulla visita negata alle elementari di Fiumicello. Tante le persone che l'hanno accolto nel cimitero del paese, prima meta della sua visita, molte le strette di mano che lo hanno accompagnato verso la chiesetta dedicata a San Michele Arcangelo, rimessa a nuovo nella scorsa estate da un gruppo di volontari. Qui il prelato ha espresso grande ammirazione per il lavoro fatto e ha celebrato una breve funzione religiosa all'interno dove ha ricordato il significato di questo luogo che non deve essere solo di ricordo ma anche di fede e di carità. Al termine ha visitato il camposanto e si è soffermato vicino ad alcune tombe dove sono sepolti alcuni parroci della parrocchia: don Augusto Miceo e Giovanni Banelli. Successivamente, con il parroco è andato a far visita ad alcuni infermi del paese. In serata ha incontrato i genitori dei ragazzi che frequentano la scuola per l'infanzia, elementare e media. Anche qui è stato accolto calorosamente. Oggi la visita prosegue con un incontro con i ragazzi delle scuola per l'infanzia "Arcobaleno", la scuola elementare " Giacomo Leopardi". Livio Nonis


Rammarico del vescovo La vicenda della mancata visita a scuola
Non sono piaciute, all'arcivescovo di Gorizia, monsignor Dino De Antoni, le polemiche seguite al rifiuto di incontrarlo da parte degli insegnanti delle elementari di via Pellis. Ed è lo stesso prelato che oggi fa sentire la sua voce. "La visita nelle scuole - rimarca - è stata una componente costante nell'ambito degli incontri con la popolazione di tutta l'arcidiocesi, rappresentando un momento di serenità e di educazione alla pace, utile agli studenti e ai docenti per conoscere meglio la figura della guida della Chiesa cattolica goriziana e allo stesso pastore per rendersi meglio conto dei problemi e delle prospettive del mondo scolastico. Per questo - continua De Antoni - non ci si può che rammaricare di un'occasione perduta di intessere un fruttuoso dialogo, profondamente rispettoso delle diversità e delle specificità di ciascuno". E dopo aver dato, anche se con molta delicatezza, una "tirata d'orecchi" ai docenti delle elementari di Fiumicello, il vescovo annuncia che l'incontro con il mondo scolastico fiumicellese avverrà ugualmente. "Ciò grazie all'iniziativa opportunamente concordata con la parrocchia - spiega - al di fuori dell'orario e delle strutture scolastiche". L'arcivescovo, quindi "si augura una presenza numerosa e significativa di tutti, anche del corpo docente che non ha ritenuto opportuna la visita nella scuola, proprio perché l'unica passione che lo anima è quella di incontrare le persone e di condividerne, per quanto possibile le loro storie, al fine di lavorare insieme - anche partendo da diversi presupposti ideologici e religiosi, alla costruzione di un mondo nuovo, radicato nella giustizia e nell'amore". E' un chiaro invito al confronto e al dialogo, quindi, quello che parte da De Antoni, nel pieno rispetto delle diversità di pensiero di ognuno. Ma, alla fine, l'arcivescovo riserva anche una "bacchettata" a chi ha strumentalizzato la vicenda. "Chiedo peraltro - afferma concludendo il suo pensiero - che un episodio del tutto circoscritto alla visita pastorale di Fiumicello non serva per lanciare accuse e per dietrologie da me né apprezzate né condivise, specie in periodo di campagna elettorale". Patrizia Artico


Nota di monsignor De Antoni sul mancato incontro alla scuola elementare L'arcivescovo: "Un'occasione perduta"
FIUMICELLO Il dirigente Durì: "Poiché l'appuntamento era rivolto alla comunità dei credenti non abbiamo potuto fare altro che opporre un cortese diniego" FIUMICELLO L'incontro con l'arcivescovo di Gorizia e il mondo scolastico di Fiumicello avverrà al di fuori della struttura scolastica, dato che nessun accordo ha permesso lo svolgimento della visita all'interno dello spazio didattico. Nonostante l'assicurazione della visita extrascolastica, che è stata ribadita ieri dalla stessa Diocesi, il rifiuto dei docenti della "Pellis" suscita ancora perplessità, in particolare fra i genitori. Marinella Gabas, una delle rappresentanti, spiega come tutto sia avvenuto a loro insaputa: "I genitori non sono stati informati, lo abbiamo saputo dai giornali. E ora vedremo di avere delle spiegazioni. Perché la visita dell'arcivescovo era un incontro importante e non un'occasione che capita ogni giorno, tanto che la decisione di rifiutarla ci è sembrata strana e difficilmente comprensibile. Ora ci incontreremo con gli altri genitori e poi stabiliremo cosa fare". E anche monsignor De Antoni, in una nota ufficiale, ha sottolineato come il mancato incontro sia "un'occasione perduta di intessere un fruttuoso dialogo, profondamente rispettoso delle diversità e delle specificità di ciascuno". "La visita alle scuole - ha aggiunto - è stata una componente costante nell' ambito degli incontri con la popolazione di tutta l' Arcidiocesi; essa è stata sempre momento di serenità e di educazione alla pace, utile agli studenti e ai docenti per conoscere meglio la figura della guida della Chiesa cattolica goriziana e allo stesso pastore - conclude De Antoni - per rendersi meglio conto dei problemi e delle prospettive del mondo scolastico". Perché, allora, la visita non è potuta avvenire all'interno dello spazio scolastico? La risposta viene dal dirigente scolastico, Aldo Durì, che dopo aver consultato le maestre e non aver riscontrato una volontà unanime nei confronti della visita, ha deciso di affermare il principio della laicità e della aconfessionalità della scuola. "Laddove possibile - ha spiegato Durì - abbiamo sempre cercato di accogliere la proposta, anche con formule più consone come l'inserimento della visita all'interno dell'insegnamento della religione cattolica, come abbiamo fatto a Terzo e come faremo a Aquileia e Villa Vicentina". Ma perché, allora, esistono queste differenze? "Nelle altre scuole abbiamo unificato i corsi di religione e abbiamo trovato uno spazio in cui la visita avesse il carattere del diritto e non quello dell'obbligatorietà. Invece a Fiumicello, poiché l'incontro era rivolto alla comunità dei credenti, non abbiamo potuto far altro che opporre un cortese diniego. Se l'incontro fosse stato una visita di cortesia, non avremmo avuto alcun motivo per rifiutarlo, anche perché il vescovo è una persona squisita. Ma poiché la visita si inseriva in un programma pastorale, ci è sembrato che la scuola pubblica non fosse lo spazio fisico più adatto, dato che la scuola è un'istituzione aconfessionale e non può avventurarsi nel campo delle scelte religiose". Il caso, come è noto, ha attirato anche l'attenzione del presidente della provincia Strassoldo, che ha criticato l'"illiberalità" della sinistra e la scelta delle maestre, a suo giudizio "tutte vicine a Rifondazione comunista". Una dichiarazione che ha suscitato la ferma reazione di Durì, che ne ha sottolineato la totale infondatezza: "La decisione non si basa su orientamenti politici o ideologici, ma è il segno di una cultura istituzionale che fa onore alle maestre. Le quali non fanno parte di un covo di fondamentalisti o di senzadio, ma di un gruppo di pacate signore che, pur professando in maniera fervente la loro scelta religiosa, hanno saputo affermare la neutralità della scuola. A Fiumicello - conclude Durì - su 156 alunni solo 5 non si avvalgono dell'ora di religione, ma ci fosse un solo protestante o un solo musulmano, dovremmo tutelare la loro libertà". E anche l'arcivescovo De Antoni, nella stessa nota, chiede che "un episodio del tutto circoscritto non serva per lanciare accuse e per dietrologie nè apprezzate nè condivise, specie in periodo di campagna elettorale". Alessandro Dose


Visita negata al vescovo, interrogazione a Roma
Fiumicello: il deputato friulano Saro ha chiesto chiarimenti ai ministri Pisanu e Moratti FIUMICELLO. Il deputato Ferruccio Saro, in un'interrogazione, ha chiesto al Ministro dell' Interno, Giuseppe Pisanu, e a quello dell' Istruzione, Letizia Moratti, "se non ritengono inopportuno che una minoranza del corpo docente possa aver impedito la visita del vescovo di Gorizia, Dino De Antoni, in una scuola elementare di Fiumicello. A Pisanu e Moratti, Saro ha chiesto "quale iniziativa intendono intraprendere per evitare tale spiacevole atteggiamento che, pur nel pieno rispetto della laicità della scuola - ha sostenuto Saro - causa un grosso limite per la maggioranza del corpo docente e degli alunni e soprattuto non sono educative per i ragazzi". Dunque, mentre si sta mettendo a punto il programma delle iniziative collegate alla visita pastorale dell'arcivescovo, monsignor Dino De Antoni, a Fiumicello, non cessano le polemiche sul mancato incontro con gli alunni e gli insegnanti dell'elementare di via Pellis. Sulla vicenda interviene il parroco di Gradisca d'Isonzo, don Maurizio Qualizza, che inquadra l'episodio in una "sorta di decadenza culturale del nostro tempo" e facendo riferimento alla presa di posizione del "collega" di Papariano, don Luigi Fontanot, il quale aveva affermato che "la decisione assunta dagli insegnanti può dispiacere ma non può non essere rispettata", rimarca come "in Italia, checché ne dicano alcuni, viviamo ancora in democrazia e in stato di libertà. Però - aggiunge - mi pare un po' un alibi la giustificazione addotta dal dirigente scolastico che ha parlato di una scuola "al di sopra delle parti"". Don Qualizza ricorda, a tale proposito che "proprio in questi ultimi tempi, sulla questione del crocefisso nei luoghi pubblici c'è stata una dichiarazione del Consiglio di Stato in cui, sostanzialmente, si afferma che il crocefisso in un ambiente scolastico passa da un significato prettamente religioso ad una "funzione simbolica altamente educativa, a prescindere dalla religione professata dagli alunni" in quanto esprime "in forma sintetica valori civilmente rilevanti". È stata questa una sentenza rilevante - sottolinea il sacerdote - che non riguarda soltanto un simbolo religioso ma costituisce un contributo importante per chiarire il principio di laicità che fa da sfondo alla nostra costituzione". "Non vorrei leggere tra qualche tempo - conclude quindi don Qualizza esprimendo la sua solidarietà al vescovo- che a Papariano, magari su iniziativa della parrocchia, c'è stata una presenza culturale di un Mutfi islamico, questo si che fa essere "in", in quella che sembra una sorta di decadenza culturale del nostro tempo". Patrizia Artico


Interrogazione di Saro dopo che a monsignor De Antoni è stato vietato l'incontro nella scuola di Fiumicello Il no al vescovo ora approda in Parlamento
FIUMICELLO Il caso della mancata visita di monsignor Dino De Antoni alla scuola elementare di Fiumicello approda in Parlamento. Il deputato Ferruccio Saro ha infatti presentato al ministro dell'Interno, Giuseppe Pisanu, e al Ministro dell'Istruzione, Letizia Moratti, un'interrogazione per chiedere "se non ritengono inopportuno che una minoranza del corpo docente possa aver impedito la visita del vescovo di Gorizia in una scuola elementare di Fiumicello". Saro ha spiegato che nei confronti della visita di Monsignor De Antoni "non si è verificata l'unanimità dei consensi del corpo docente e di conseguenza il dirigente scolastico non ha potuto autorizzare la visita", in una scuola dove, ha precisato Saro, solo cinque dei 156 alunni non partecipano all'ora di religione. Riassunta la vicenda, Saro ha quindi rivolto ai ministri un interrogativo per conoscere "quale iniziativa intendono intraprendere per evitare tale spiacevole atteggiamento che, pur nel pieno rispetto della laicità della scuola, causa un grosso limite per la maggioranza del corpo docente e degli alunni". Dopo l'intervento del presidente Strassoldo, che aveva deplorato la presunta appartenenza delle maestre a Rifondazione Comunista, il mondo politico interviene dunque nuovamente sul caso di Fiumicello, nonostante l'invito dello stesso vescovo a far sì che "un episodio del tutto circoscritto non serva per lanciare accuse e per dietrologie nè apprezzate nè condivise, specie in periodo di campagna elettorale". E circa il fatto che solo una minoranza di cinque allievi non si avvale dell'insegnamento di religione, il dirigente scolastico Aldo Durì aveva già espresso la propria posizione: "Non si tratta di numeri o di minoranza. Ci fosse stato un solo ateo, un solo protestante o un solo maomettano, avremmo dovuto garantirne l'assoluta libertà di pensiero e di espressione. Perché la scuola pubblica non è un luogo confessionale. E dove abbiamo fatto questo tipo di incontri, come ad esempio a Terzo, abbiamo unificato le ore di religione e abbiamo chiesto il consenso esplicito per gli alunni che non si avvalgono dell'insegnamento religioso. Se avessimo avuto maggior tempo, forse avremmo potuto individuare uno spazio in cui la visita avesse il carattere del diritto. Ma il caso è esploso subito e non ci è stato possibile trovare una soluzione". Se la visita in ambito scolastico non ha potuto avere luogo, l'incontro avverrà comunque al di fuori degli spazi della scuola. Lo ha assicurato lo stesso vescovo, che ha espresso il proprio rammarico per "un'occasione perduta di intessere un fruttuoso dialogo, profondamente rispettoso delle diversità e delle specificità di ciascuno". al. do.


Indetta anche una raccolta di firme per renderla ancora possibile Per la mancata visita del Vescovo rammarico e dimissioni di genitori
Dopo le interrogazioni parlamentari, non si placa la polemica per la mancata visita nella scuola elementare e per l'infanzia da parte dell'Arcivescovo di Gorizia Dino De' Antoni. Ora la voce grossa la fanno i rappresentanti di classe dei genitori, alcuni dei quali si sono dimessi dall'incarico di rappresentanti. In un comunicato esprimono le loro valutazioni che "non possono che essere permeate da un senso di delusione e d'impotenza, dinanzi ad una decisione impostaci dall'alto e della quale siamo venuti a conoscenza dai giornali, sebbene in data 22 febbraio, si sia tenuta una riunione di interclasse alla quale erano presenti, oltre al corpo docente, anche i rappresentanti dei genitori". I rappresentanti di classe si pongono un interrogativo riguardo la loro presenza: "È ritenuta valida ai fini di un dialogo costruttivo tra istituzione scolastica e famiglia, o se il nostro ruolo è limitato alla semplice gestione delle festicciole di fine anno?" "Per quanto concerne la visita dell'Arcivescovo di Gorizia - continua il comunicato - i genitori interpellati credono, con grande rammarico, che, con la decisione presa unilateralmente dalla Scuola, sia stata negata ai propri figli l'opportunità di uno scambio interpersonale sicuramente utile ai bambini. Tutto ciò non certamente ai fini della confessione religiosa, ma come "Occasione di Confronto". Sotto tale ottica a nulla valgono le giustificazioni in base alle quali la scuola è laica: infatti nessuno crede che la visita del Prelato fosse mirata alla conversione di chicchessia, così come è assurdo parlare di mancanza di tempo nei preparativi, dato che si era a conoscenza di tale visita da dicembre 2005". In attesa di ricevere le dovute risposte da quello che viene definito "solerte" Dirigente e dalle "tranquille" insegnanti di via Pellis, i genitori hanno indetto una raccolta di firme per far si che la visita del prelato sia possibile. A causa di questa vicenda molti rappresentanti di classe hanno deciso di dimettersi ritenendo il loro ruolo ormai inutile. L. N.


Continua la polemica dopo la presa di posizione delle famiglie. "Il nostro deve restare un ambiente laico" "Sì al vescovo, ma fuori della scuola"
Il dirigente scolastico Durì: meglio fare all'esterno l'incontro con gli alunni Un'assemblea con i genitori per spiegare il diniego alla visita del presule FIUMICELLO. La visita pastorale dell'arcivescovo, Dino De Antoni, a Fiumicello, rischia di avvenire in un clima decisamente avvelenato dalle polemiche che, in questi giorni, hanno caratterizzato la vicenda. Dopo la presa di posizione delle famiglie, ieri è intervenuta la scuola. "Sì al vescovo, ma fuori della scuola" ha ribadito il dirigente scolastico Durì, secondo il quale è meglio fare all'esterno l'incontro con gli alunni. Intanto, la scuola ha organizzato un'assemblea con i genitori per spiegare il diniego alla visita del presule. Il dirigente scolastico, Aldo Durì, ha deciso di convocare a breve un'assemblea con tutti i genitori per spiegare pubblicamente le ragioni che hanno indotto il collegio docenti a rifiutare l'incontro con il prelato. Intanto, lo stesso professor Durì, informando che, contrariamente a quanto affermato da un gruppo di rappresentanti di classe, "nessuno di questi risulta, al momento, essersi dimesso dall'incarico". Il dirigente scolastico, quindi, replica alle accuse mossegli da alcuni genitori affermando che "la decisione di non accogliere l'arcivescovo a scuola non è stata loro imposta dall'alto: molto semplicemente il testo unico delle disposizioni legislative in materia di istruzione che, all'articolo 5 tratta dei consigli di classe, interclasse ed intersezione, non prevede, in materia, alcuna competenza per i genitori". In merito a questi ultimi Durì, sottolinea che "certo, hanno il diritto, dovere, come utenti, di essere informati sulle attività didattiche e l'andamento del processo formativo, di fare al riguardo le loro proposte, di controllare la qualità e l'efficacia dell'insegnamento, di collaborare, alla sua buona riuscita, ma concerto di entrare in merito alle scelte gesionali, agli orientamenti pedagogici, ai rapporti fra istituzioni. E' certo non solo i genitori - aggiunge Durì - ma nessun cittadino può arrogarsi il diritto di contestare o porre in discussione principi e valori sanciti dalla costituzione, come quello dell'acofessionalità dell'istruzione pubblica". Il dirigente scolastico evidenzia inoltre che "se i rappresentanti dei genitori e le famiglie non sono stati informati della scelta di non accogliere l'arcivescovo è perché il giorno della riunione del consiglio di interclasse, tale decisione non era stata ancora presa ed era maturato solo un orientamento di massima". In merito alle contestazioni nate in seguito, Durì afferma che "questa direzione è ben consapevole che la visita di monsignor De Antoni non era finalizzata a fare opera di proselitismo e poi fare un torto all'intelligenza e sensibilità del presule attribuirgli intenzioni strumentali". Infine, il dirigente scolastico, precisa che "nessuno vuole negare ai bambini della scuola primaria l'opportunità di uno scambio di esperienze ed opinioni con l'arcivescovo, tanto che l'incontro sollecitato avverrà comunque il 18 marzo, nello spazio più consono, all'esterno della scuola, in un clima di libera scelta e partecipazioni. Da parte sua, la scuola, favorirà in ogni modo la partecipazione degli alunni all'evento, se questa è l'esigenza degli utenti, anche istituendo la "lectio brevis" per favorire lo svolgimento dell'incontro in un'ora consona ai ritmi di vita dei bambini". Patrizia Artico


Non si placa la polemica sulla mancata visita di monsignor De Antoni alla scuola elementare Il dirigente scolastico Aldo Durì: "Le famiglie non possono entrare nel merito degli orientamenti pedagogici e dei rapporti tra le istituzioni" No al vescovo: i genitori insorgono I rappresentanti di classe: "Una decisione imposta dall'alto"
CERVIGNANO I rappresentanti dei genitori intervengono sulla questione della mancata visita dell'arcivescovo di Gorizia alla scuola di Fiumicello. "Le nostre valutazioni - scrivono in una lettera - non possono che essere permeate da un senso di delusione e d'impotenza, dinanzi a una decisione impostaci dall'alto e della quale siamo venuti a conoscenza solo dai giornali, sebbene il 22 febbraio si sia tenuta una riunione interclasse". Laa lettera non è stata indirizzata alla dirigenza scolastica, bensì ai giornali, tanto che il dirigente Aldo Durì ha dichiarato di aver letto la lettera, così come di aver appreso dell'intenzione dei rappresentanti di dimettersi, solo dai giornali, nonostante lunedì ci sia stato un incontro con 4 rappresentanti. Durì ha poi replicato che "la decisione di non accogliere il vescovo non è stata imposta dall'alto: molto semplicemente la legge non prevede in materia alcuna competenza per i genitori, che certo hanno il diritto di essere informati sulle attività didattiche, ma non di entrare in merito agli orientamenti pedagogici e ai rapporti tra istituzioni". I rappresentanti dei genitori hanno poi chiesto "se la loro presenza è ritenuta valida ai fini di un dialogo costruttivo tra Istituzione scolastica e famiglia o se il loro compito è limitato alla semplice gestione delle festicciole di fine anno". Di più: ritenendo che con "la decisione presa unilateralmente dalla scuola" si sia negata "un'occasione di confronto", hanno ribadito come "nessuno creda che la visita del prelato fosse mirata alla conversione di chicchessia, così come è assurdo parlare di mancanza di tempo nei preparativi, dato che si era a conoscenza di tale visita da dicembre". Al che Durì ha risposto: "La direzione è ben consapevole che la visita di monsignor De Antoni non era finalizzata a fare opera di proselitismo, e se le famiglie non sono state informate è semplicemente perché il giorno della riunione del Consiglio di interclasse tale decisione non era stata presa, ed era maturato solo un orientamento di massima, come tale comunicato al decano dei presbiteri locali Armando Zorzin. Inoltre, prima che altre soluzioni potessero maturare, qualcuno, non certo la Direzione, scatenava una campagna scandalistica che finiva per troncare ogni dialogo tra le parti. Nessuno vuol infatti negare ai bambini l'opportunità di uno scambio di esperienze con l'arcivescovo: tanto che l'incontro avverrà comunque il 18 marzo, all'esterno della scuola, in un clima di libera scelta e partecipazione". Nella lettera i genitori hanno ribadito inoltre "la loro completa estraneità a qualsiasi coinvolgimento politico che l'evento potrebbe acquisire". Alessandro Dose


Dal parroco di Gradisca una riflessione sulla vicenda di Fiumicello Decadenza culturale il "no" al vescovo
Ho letto del diniego, degli insegnanti della scuola elementare di via Pellis di Fiumicello, alla visita di cortesia dell'arcivescovo nell'ambito della visita pastorale a quella comunità. "La decisione assunta dagli insegnanti può dispiacere ma non può non essere rispettata" sembra abbia detto il parroco del paese in questione. Certo, che ne dicano alcuni, in Italia viviamo comunque ancora in democrazia e in stato di libertà. Però quel dover stare della scuola "al di sopra delle parti", come si è espresso il dirigente scolastico, mi pare un po' un alibi. Proprio in questi ultimi tempi, sulla questione del crocefisso nei luoghi pubblici, c'è stata una dichiarazione del Consiglio di Stato che ha detto sostanzialmente che il crocefisso in un ambiente scolastico passa da un significato prettamente religioso ad "una funzione simbolica altamente educativa, a prescindere dalla religione professata dagli alunni", in quanto esprime "in forma sintetica valori civilmente rilevanti. È stata questa una sentenza autorevolissima, che non riguarda soltanto un "simbolo religioso", ma costituisce 'un contributo importante' per "chiarire il principio di laicità che fa da sfondo alla nostra Costituzione". Questo, in sintesi, il giudizio di Giuseppe Dalla Torre, rettore della Lumsa, alla sentenza del Consiglio di Stato. Il crocifisso può o deve restare nelle aule scolastiche, il vescovo invece, stando alla vicenda isontina non ci può stare. La sua figura istituzionale non esprime forse con la sua presenza, in forma sintetica, rappresentativa di una vasta parte della comunità locale, quella "funzione simbolica altamente educativa, a prescindere dalla religione professata dagli alunni", e "quei valori anche civilmente rilevanti"? Non vorrei leggere tra qualche tempo sugli stessi giornali che a Papariano, magari su iniziativa della parrocchia (sic) c'è stata una presenza culturale di un Mutfì islamico, questo sì che fa essere "in", in quella che sembra una sorta di decadenza culturale del nostro tempo. All'arcivescovo Dino, anche se l'autorevolezza della sua persona non abbisogna, si aggiunga anche la mia solidarietà. don Maurizio Qualizza parroco di Gradisca d'Isonzo


Dopo il rifiuto al vescovo sei rappresentanti di classe se ne vanno I genitori confermano le dimissioni
FIUMICELLO. Non accenna a placarsi lo scontro sul rifiuto, da parte della scuola elementare di via Pellis, di incontrare l'arcivescovo di Gorizia, monsignor Dino De Antoni. Ieri mattina sei rappresentanti di classe su nove hanno protocollato le loro dimissioni dalla carica per protesta contro il mancato coinvolgimento nelle decisione, da parte dei vertici scolastici. Molti genitori, peraltro, anche dopo le precisazioni del dirigente scolastico, Aldo Durì, sul fatto che la scelta è stata assunta dopo la riunione del consiglio di interclasse mentre prima era stato espresso solo un orientamento di massima, insistono sulla mancanza di sensibilità dimostrata dalla scuola. "Se c'era un orientamento di massima - rimarcano - vuole dire che, di fatto, si era già arrivati alla decisione e, tanto più i genitori avrebbero dovuto essere consultati. Inoltre - continuano - sappiamo benissimo che cosa dice la legge sul ruolo dei consigli di classe ma, visto che si riempie spesso la bocca di termini come buon senso e spirito collaborativo che la scuola avrebbe instaurato con i genitori, questo era il momento giusto per applicarli concretamente perché non rimangano concetti vuoti". Continuano intanto anche gli interventi politici da parte del centro destra. A prendere posizione, in una nota, è oggi il consigliere regionale di Forza Italia, Roberto Asquini, che definisce quanto accaduto a Fiumicello "un episodio sconcertante". L'esponente di Fi esprime quindi "piena solidarietà ai genitori che si sono sentiti umiliati da questa scelta. Mentre si parla di scuole aperte e di positivo coinvolgimento dei genitori nell'ambito del percorso scolastico dei propri figli - continua Asquini - la dirigenza scolastica di Fiumicello fa l'esatto contrario". L'amministratore regionale sferra quindi un duro attacco di carattere politico. "Episodi di questo genere - critica l'esponente forzista - appartengono a una cultura di sinistra intollerante e integralista, che vorrebbe emarginare una chiesa che appartiene alla cultura ed alla storia del nostro popolo. Quanto accaduto a Fiumicello - insiste - è un fatto grave e non deve ripetersi e per questo è necessario l'intervento del Ministero e dell'assessore regionale". (p.a.)


CENTRODESTRA "Scuole, valori cristiani e occidentali a rischio"
"Non soltanto si rifiutano esponenti del credo cattolico, com'è successo all'arcivescovo di Gorizia Dino De Antoni, ma anche si pone il veto su un appuntamento apparentemente neutro, sebbene riconducibile alla nostra tradizione, quale il festeggiamento del Carnevale, eliminato a Feletto dal calendario scolastico in segno di solidarietà con quanti professano altri credo e appartengono ad altre tradizioni culturali", afferma il presidente uscente Marzio Strassoldo. "Dopo gli imbarazzanti casi di Fiumicello e l'ultimo in ordine di tempo successo a Feletto - si chiede Strassoldo - quali altre decisioni ci si deve aspettare dagli istituti scolastici della provincia?". Il pensiero corre all'imminente ricorrenza della Pasqua: "Chissà se, adesso, si escogiteranno nuovi sistemi per non suscitare le offese degli alunni che seguono altre religioni, magari ridimensionando prima la Pasqua e poi il Natale".


Solidarietà dall'opposizione alle maestre
L'Associazione "Fiumicello per Tutti" e il Circolo di Fiumicello del "Partito della Rifondazione Comunista", facente parte del consiglio comunale nel gruppo di opposizione, esprimono la propria posizione sulla vicenda che sta interessando Fiumicello in relazione alla visita dell'Arcivescovo di Gorizia alle scuole elementari. Manifestano piena condivisione con le dichiarazioni di monsignor De Antoni riportate dalla stampa, allorché chiede "che un episodio del tutto circoscritto alla visita pastorale di Fiumicello non serva per lanciare accuse e per dietrologie da me né apprezzate né condivise, specie in periodo di campagna elettorale", gli esponenti consiliari definiscono queste parole "sagge ed equilibrate", alle quali si contrappongono le argomentazioni di Marzio Strassoldo, presidente uscente della Provincia di Udine, che, essendo in campagna elettorale, "ha colto al volo un'occasione per accusare di illiberalità e antidemocraticità le insegnanti della scuola elementare, solo perché hanno scelto di affermare un valore come quello della laicità, che non è esclusiva di nessuno, ed ha le proprie radici in una concezione liberale". Altra frecciata va a Ferruccio Saro, che "cavalca elettoralmente il fatto addirittura con una interrogazione parlamentare". Il sindaco di Fiumicello, invece, si sarebbe espresso con una certa ambiguità, distinguendo la sua posizione di primo cittadino ("non posso che rispettare l'autonomia decisionale di ogni organismo") da quella di semplice cittadino ("questa presa di posizione mi mette in grande imbarazzo"). Il gruppo di opposizione esprime solidarietà nei confronti delle maestre fiumicellesi, delle quali si rispetta la scelta, ritenenendo che la vicenda sia stata già abbondantemente strumentalizzata e che sia pertanto doveroso riportare il discorso relativo alla scuola su un piano di concretezza, mettendo al centro del dibattito politico i suoi problemi reali, rivalutandone la sua funzione "pubblica" e promuovendo iniziative che la salvaguardino da riforme che ne riducono le risorse finanziarie e professionali, sempre più dirottate sul privato.L.N.


Il Comune alla scuola: "Dovevano informarci"
VESCOVO: MANCATA VISITA FIUMICELLO La Giunta di Fiumicello chiarisce la propria posizione sulla vicenda della mancata visita del vescovo. Ribadisce che "il dirigente scolastico, con la sua autonomia decisionale, ha espletato una sua podestà del tutto legittima. Ne prendiamo atto, non possiamo e non intendiamo entrare nel merito della scelta, che va rispettata, per quanto possa discostarsi dal comune pensare della comunità". Ma se la posizione è legittima, non si può dire lo stesso dell'atteggiamento: "Prima di assumere una decisione di tale portata, avremmo gradito essere informati. Riteniamo che sia nostro diritto-dovere esprimere il pensiero dell'intera comunità amministrata". Considerando infatti il "confronto quotidiano nella gestione degli edifici" e la "scelta di investire" nella scuola, la Giunta conferma il proprio disappunto: "Apprendiamo dai giornali che la scelta non è stata condivisa con i genitori. Non possiamo che rammaricarci per tutto ciò, auspicando che ci siano spazi e luoghi per chiarire e ricomporre un clima sereno all'interno della scuola, nel quale si tenga conto che, più che delle schermaglie difensive, delle giustificazioni su maggioranze o minoranze o della ricerca dei colpevoli, si lavori per il bene dei bambini". La Giunta si rivolge quindi a monsignor De Antoni, di cui condivide "le parole stemperanti": "Ci uniamo al vescovo nello stigmatizzare ogni tipo di demagogica strumentalizzazione politica, anche se è inevitabile che, in questo periodo elettorale, si trovi il politico o il partito che lo faccia. Ma indubbiamente - precisano - ogni posizione strumentale di questo tipo non fotografa la realtà culturale dei fiumicellesi, il loro spirito tollerante, il loro modo di essere e di vivere". Di qui la volontà di ricomporre gli animi, non senza ribadire la critica iniziale: "Non intendiamo demordere, perché anche se i fiumicellesi si trovano coinvolti, loro malgrado, in una vicenda le cui responsabilità sono estremamente chiare, questa amministrazione si farà carico di ricomporre un clima di serenità". La Giunta, infine, "porge il benvenuto a Sua Eccellenza Monsignor Dino De Antoni", ribadendo come "questa comunità sia soprattutto altro". a.d.


Il sindaco sulla visita negata al vescovo "Saremmo voluti esserne informati"
FIUMICELLO. Inizia oggi la visita pastorale a Fiumicello dell'arcivescovo di Gorizia, monsignor Dino De Antoni, che, alle 18. 30 celebrerà la messa, nella chiesa di San Valentino, alla presenza di tutte le parrocchie. Ma non sarà una visita come le altre, alla luce delle polemiche che l'hanno preceduta a causa del rifiuto della scuola elementare di via Pellis di far incontrare gli alunni con il prelato. E proprio nel giorno in cui monsignor De Antoni si appresta ad entrare nella comunità fiumicellese, il sindaco, Paolo Dean, insieme alla giunta, porgendo il benvenuto all'arcivescovo, prende di nuovo posizione su una vicenda che sembra aver spaccato in due il paese. "Prendiamo atto che, nell'autonomia decisionale di ogni organismo, il dirigente scolastico ha espletato una sua potestà, del tutto legittima e non possiamo né intendiamo entrare nel merito della scelta, che va rispettata, per quanto possa discostarsi dal comune pensare della comunità fiumicellese. Certo è - aggiungono però subito sindaco e assessori - che prima di assumere una decisione di tale portata avremmo gradito essere informati perché, nell'espletare il nostro ruolo di amministratori comunali, portavoce della nostra comunità, riteniamo che sia nostro diritto - dovere esprimere il pensiero dell'intera comunità amministrata". Dunque, dopo la protesta dei genitori per il loro mancato coinvolgimento nella decisione assunta dal collegio docenti dell'elementare di via Pellis, protesta che ha portato alle dimissioni di 6 rappresentanti di classe su 9, anche l'amministrazione comunale critica il dirigente scolastico, Aldo Durì, per non essere stata informata. "Non possiamo che rammaricarci anche per la mancata condivisione della scelta con i genitori - sottolinea ancora la giunta Dean - e auspichiamo che ci siano spazi e luoghi per chiarire e ricomporre un clima sereno all'interno della scuola, nel quale si tenga conto che, più che delle schermaglie difensive, delle giustificazioni su maggioranze o minoranze e della ricerca di colpevoli, si lavori per il bene dei bambini, che sono e devono rimanere al centro dell'attenzione di tutti, istituzioni scolastiche, insegnanti e genitori". Gli amministratori comunali si uniscono, quindi, al vescovo "nello stigmatizzare ogni tipo di demagogica strumentalizzazione politica, anche se è inevitabile che, in questo periodo elettorale si trovi il "politico" o il "partito" che lo faccia. Strumentalizzazioni - aggiungono - che recano un danno all'immagine della nostra comunità che è stata costruita con la storia di ogni cittadino, apprezzata all'esterno per l'impegno nell'operosità, nello spirito solidaristico, nell'associazionismo, nell'integrazione alle persone più deboli del nostro tessuto sociale". Patrizia Artico